mercoledì 17 febbraio 2010

La bellezza dentro: una mostra fotografica sulle donne e le madri nelle carceri italiane


Si è svolta a Ravenna, patrocinata dal Ministero della Giustizia, la mostra fotografica "La bellezza dentro. Donne e madri nelle carceri italiane", che è il risultato di una foto-inchiesta condotta in dieci carceri italiani provviste di Sezione feminile (Urban Center - Chiesa di San Domenico - dal 16.01.2010 al 12.02.2010)
Autore delle foto esposte è il fotoreporter Giampiero Corelli.
La mostra, allestita in un suggestivo spazio espositivo nel cuore di Ravenna (un'antica chiesa momentaneamente adibita a spazio espositivo, nei pressi della porta S. Vitale), ha un grande interesse perchè, in verità, non si occupa delle "recluse", ma del tema più ampio delle "reclusioni" femminili.
In questo senso, l'occhio fotografico di Corelli indugia non solo sulle detenute, ma anche sulle guardie carcerarie, anche'esse donne. Le une e le altre appartengono ad un'unica realtà, le une e le altre - per quanto in una posizione relazionale asimmetrica - sono espressione di un'unica reclusione.
Corelli, con le sue immagini, mostra proprio questo, ma fa anche vedere che - al di là del dramma e della malinconia - possono esservi il sorriso, la gioia di vivere, la speranza.
Sarebbe stato troppo facile e troppo scontato, forse, soffermarsi sui guasti del sistema carcerario italiano: troppe inchieste sono state condotte, troppe denuncie sono state portate avanti. E sarebbe stato fin troppo facile estrapolare dal contesto questo filo conduttore: si sa, per altro che le immagini fotografiche, offrendo all'osservazione un singolo pezzo di realtà, svincolato dal contesto, possono mentire o, in alcuni casi, possono essere utilizzate per fare una facile retorica.
Corelli, che ha dedicato gli anni più recenti del suo lavoro "...a indagare l'identità femminile nei suoi aspetti meno conosciuti e consueti (dalle suore di clausura alle madri assassine)" si è accostato a questa nuova impresa con un grande rigore formale.
Nella maggior parte delle carceri femminii che ha visitato (tra le quali si annoverano Rebibbia, la Giudecca di Venezia, il Carcere di Pozzuoli (per Napoli), il "Pagliarelli" di Palermo, il "Gazzi" di Messina), non si è limitato a scattare delle foto, ma ha svolto un accurato lavoro preliminare (che non sempre è stato possibile portare avanti nella sua integrità), consistente in una riunione di presentazione con gran parte delle recluse e le guardie carcerarie di turno, nel corso della quale egli spiegava gli intendimenti della sua ricerca, passando successivamente ad una serie di interviste, che gli hanno consentito di raccogliere del materiale per la costruzione di un video (solo parlato) di "testimonianze", lasciando solo per ultime le session fotografiche propriamente dette.
Le detenute e le secondine, coinvolte in questo procedimento, non si sono sentite come "oggetti" da osservare, ma come soggetti partecipi di un processo e da ciò scaturisce la grande freschezza e la potenza espressiva di alcune delle immagine che Corelli ha colto.
Quindi, si potrebbe dire che la mostra offre un percorso per immagini attraverso il più ampio mondo carcerario sempre declinato al femminile, visto attraverso tutti gli attori coinvolti e i suoi più diversi aspetti culturali: il personale di sorveglianza, di assistenza sociale, i servizi del volontariato.
E' disponibile un catalogo a stampa, edito per i tipi di Danilo Montanari Ediore, che contiene non solo le foto scelte per la mostra, ma anche altre che - per motivi di spazio - non sono state allocate nello spazio espositivo.
Il volume è corredato di un'introduzione di Donatella Stasio, giornalista parlamentare ed esperta di cronaca giudiziaria e, a conclusione, è corredato di una serie tabelle statistiche che illustrano alcuni aspetti della detenzione femminile nelle carceri italiani.
Sarebbe davvero auspicabile poter vedere questa mostra anche a Palermo.
Corelli afferma che a Palermo ha avuto grandi facilitazioni per lo svolgimento del suo lavoro dall'allora direttrice del Carceri "I Pagliarelli".

Dalla presentazione della mostra
Il fotoreporter Giampiero Corelli ha dedicato gli ultimi anni del suo lavoro a indagare l'identità femminile nei suoi aspetti meno conosciuti e consueti (dalle suore di clausura alle madri assassine). In questo contesto si inserisce questa iniziativa, un lungo reportage nelle carceri femminili italiane (da Rebibbia alla Giudecca, da Pozzuoli al Pagliarelli, al Gozzi, alla Dozza) che lo ha portato a visitare una decina di istituti di pena. Non ci si sofferma solo sulle detenute, che pure costituiscono il momento caratterizzante dell'intervento, ma anche sul personale di sorveglianza, di assistenza sociale, sul servizio di volontariato, sul più ampio mondo carcerario anche nei suoi aspetti culturali. La ricerca di Corelli tende a documentare la bellezza dell'essere umano, in questo caso femminile, che conserva e difende le proprie caratteristiche anche in condizioni di disagio e a volte di degrado. Particolare attenzione è rivolta alle detenute madri, comprese tra la privazione della libertà e l'affettività e la speranza di una nuova vita. Mostra fotografica composta da 40 pannelli 83 x 60 cm Stampa B/N a pigmenti al carbone applicata su alluminio sagomato.

Nota biografica
Nato a Sant'Alberto, paese ai confini della valle di Comacchio sul fiume Reno, Giampiero Corelli è iscritto all'albo dei giornalisti in qualità di fotoreporter. Svolge la professione di fotoreporter da oltre vent'anni, prima con il quotidiano Messaggero, poi con il Resto del Carlino.
Collabora con diverse testate giornalistiche e agenzie fotografiche: Ansa, Sintesi, La Piazza avvenimenti, Ravenna Notizie, Il Risveglio 2000, Qui, Media News.
Ha publicato diversi libri fotografici tra i quali "Ravenna 1990-2000","Alle soglie dell'eterno", "Dentro la luce oltre la luce", "Mestieri e volti di una citta del terzo millenio volume 1-2-3", "Muoio ma non muoio", "Mostrami il tuo cane ti diro chi sei", "Mamma mia", "Cocorico frames", "Tempi diversi voci e volti dalla clausura", "Universalmente", "Babbo mio".
Ha esposto in diverse mostre fotografiche in italia e all'estero.

www.corellifotoreporter.it
info@corellifotoreporter.it

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