domenica 23 novembre 2008

Rosolino il pescatore e del piacere di leggere libri

Viviamo in tempi in cui il piacere intimo della lettura senza finalità, guidata dal puro piacere della conoscenza e dell'intrattenimento, tende a smarrirsi sempre più con l'incalzare dei mezzi di comunicazione della modernità, che presentano - in forme standard - riletture "letterali" della realtà senza che venga più dato alcuno spazio alla fantasia, e che, in qualche misura, possano derivare da un'elaborazione individuale. A causa di ciò, c'è dunque un eccesso di falsi "sogni" pre-confezionati e pre-digeriti, infarciti di elementi iperbolici che, conditi di roboanti colonne sonore e rutilanti stimoli visuali, "dopano" la fantasia dell'individuo e delle masse.
E' sorprendente che in un contesto in cui i giovani (e, con loro, gli adulti) rifuggono dal gusto "lento" della lettura, si possa trovare qualcuno che, invece, proprio di tale attività - solitaria, non rumorosa, intimista - faccia uno dei piaceri più sublimi della sua vita.
Proprio pochi giorni fa ci è capitato di incontrare una persona rustica, un naîf cultore del libro.
Rosolino il pescatore è un personaggio del borgo marinaro di Mondello che tutti ben conoscono.
Dalle prime ore del giorno è sempre là con il suo banchetto a vendere il pesce fresco: poche scelte essenziali che variano di giorno in giorno, ma si tratta sempre di pesci vivi e guizzanti, appena pescati.
Mentre ci decantava i pregi di vope, calamari, triglie e caponi, ho notato un grosso tomo che occhieggiava subito dietro le cassette del pesce.
Incuriosito, gli ho domandato cosa fosse.
Rosolino s'è illuminato in volto, ha subito preso con incredibile delicatezza il volume rilegato - con la sovraccoperta un po' stazzonata e vissuta da macchie e ditate - con quelle sue mani antiche, piene di nodi, umide di pescato e chiazzate di squame argentee, e ce ne ha mostrato la copertina.
Sorpresa! Si trattava del libro di Oriana Fallaci ("Un cappello pieno di ciliegie") che, uscito postumo pochi mesi addietro, racconta in forma un po' romanzata la storia della sua famiglia attraverso numerose generazioni.
Rosolino ci ha parlato con entusiasmo di questo libro, dicendo che lo legge in ogni momento libero tra un cliente e l'altro.
Si immerge nella lettura e, così facendo, sogna e viaggia.
E la stessa cosa gli succede quando se ne torna a casa la sera e siede nella sua poltrona con il libro del momento, poggiato sulle ginocchia. "E così mi passo il tempo", ci dice.
Ci racconta che il suo primo approccio alla lettura avvenne con un grosso volume, "Dinasty", di cui ci racconta per sommi capi la storia, anche questa volta con coinvolgimento. "Era un volume davvero grosso", ci dice, "Eppure, piano piano, pagina dopo pagina me lo sono letto tutto!", concude compiaciuto.
Ci dice anche di aver letto anche un altro romanzo, "Giulia" di cui nè io nè Romina sappiamo parlare. E, per entrambi i volumi citati, le nostre ricerche in internet non hanno sortito alcun risultato. Magari, Rosolino ce ne ha riferito i titoli in maniera imperfetta.
Tutti e due, amanti della lettura come siamo, siamo deliziati da questa conversazione con un personaggio che sinora abbiamo conosciuto come uno dei "venditori" di pesce della piazzetta di Mondello e che ora, inaspettatamente, abbiamo scoperto casualmente nella veste di appassionato lettore.
Rosolino è davvero genuino e vero, immediato di modi e non complicato: tanto fa pensare al protagonista di uno dei romanzi scarni di Sepulveda, "Il vecchio che leggeva romanzi d'amore".
Questa la trama essenziale del piccolo romanzo

Il vecchio Antonio José Bolivar vive ai margini della foresta amazzonica equadoriana. Vi è approdato dopo molte disavventure che non gli hanno lasciato molto: i suoi tanti anni, la fotografia sbiadita di una donna che fu sua moglie, i ricordi di un'esperienza, finita male, di colono bianco e alcuni romanzi d'amore che legge e rilegge nella solitudine della sua capanna sulla riva del grande fiume.

E' stato bello scoprire quest'aspetto inedito di Rosolino che, proprio per il suo amorevole e certosino approccio alla lettura dovrebbe essere citato ad esempio vivente di quanto piacere si possa trarre dalle storie raccontate (e dal raccontar storie) per coloro che, dei libri, non vogliono sentire neppure l'odore, preferendo ad essi la stimolazione fugace ed effimera della televisione, del computer, dei videogiochi e di internet.
La lezione è che, con la lentezza della lettura, si possono costruire nella nostra mente - assieme all'autore - interi mondi e farli vivere, mediandone l'esistenza con il filtro dei nostri "occhialacci di legno".
Ogni libro, ogni storia vive nella mente di chi le lgge, sortendo dei risultati inaspettati ed imprevisti.
L'autore, con ogni suo romanzo, lancia nel mondo una freccia che viaggia da un lettore all'altro provocando in essi degli effetti ed amplificandone di volta in volta l'esistenza che finisce con il diventare autonoma e svincolata dall'intenzionalità originaria del suo creatore.
Proprio per questo, Rosolino meriterebbe di essere visitato dalle scolaresche delle Elementari e delle Medie perchè da lui ascoltino la storia di come egli abbia cominciato a leggere e preso a considerare i libri suoi amici fidati.

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