venerdì 21 novembre 2008

Cingerti vorrei con le mie braccia

Oro fuso sulla superficie del mare,
nel primo mattino,
scintillii che fanno tremar le palpebre

Orme di uccelli sulla sabbia,
intersecate in molteplici traiettorie

Meduse rattrapppite in gelatina informe,
ammasi di alghe
trascinati dall'onda,
letti di minute conchiglie

Un cagnolo irruento
scorrazza
avanti ed indietro
con una carica di vitalità
che risiede tutta nella magia del suo tartufo,
nero ed umido,
ricettacolo (e sensore)
di infinite tracce olfattive,
e nei suoi occhi languidi
contornati di cajal

Balza, fa le finte,
annusa e poi riparte
in un gioco che non ha fine,

gioioso

Felice di essere,
pur nell'incosapevolezza dell'essere

Sulla battiggia,
una donna se ne sta se seduta,
la testa tra le gambe,
assorta
e lunghi capelli biondi
le nascondono il viso

E' lì,
accanto a lei,
che vorrei essere

Cingerle le spalle con il braccio
carezzarle i capelli
baciarla sulle labbra tumide e volitive,
parlarle.

Questo vorrei nel nuovo giorno,
triste e malinconico
in cui, ad oscurare il sole,
verranno lacrime di pioggia
e freddo vento di tramontana

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