mercoledì 26 maggio 2010

La scoperta della felicità e il dio delle piccole cose

Un angolo nascosto di Banzi, in Basilicata.

Infissi moderni in alluminio anodizzato, un vecchio muro tutto scrostrato e usurato di intonaco rosa, come si usava un tempo quando i muri delle case venivano abbelliti con le più varie tinte pastello, un vaso con fiori in pieno rigoglio, la sensazione di solitudine e di chiusura all'interno del silenzio ombroso delle dimore, la commistione di moderno e di antico: soltanto per cogliere uno scorcio così, quasi magico nel suo nitore e nella sua semplicità, può valere la pena di andare a Banzi...
Piccoli angoli che si scoprono così, abbandonando la strada principale e addentrandosi in stradine quiete, apparentemente deserte, dove il tempo sembra essersi fermato.
E' proprio vero che le cose si scoprono vagabondando, lasciandosi andare ad un incedere ozioso e non finalizzato: solo allora l'occhio del viandante può cogliere qualcosa di inaspettato che spesso il nostro febbrile tendere verso una meta qualsiasi (e ce n'è sempre una) ci preclude.
In questo sguardo pacato sulle cose più semplici che irradiano un'aureola di bellezza inattesa può celarsi un istante di autentica felicità che ci è donato dal dio delle piccole cose.

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