martedì 15 giugno 2010

Il mulinello dei rondoni e il volo solitario del gabbiano


Seduto nel balcone di casa, nel tardo pomeriggio, bevo una birra ed intanto guardo i rononi che intrecciano voli.
Cerco di seguirli con lo sguardo, di mantenere l'occhio incollato ad uno in particolare, ma è cosa da far girare la testa.
I loro voli sono così rapidi, i cambi di direzione, gli scarti, le cabrate, le virate, così repentini e continui che è davvero impossibile anche soltanto contarli.
Saranno al massimo un paio di decine ma sembrano molti di più tanto frequenti sono i loreo passaggi.
Si muovono frenetici, lo spazio d'aria davanti a me a tratti si svuota: dove sono andati? Poi di colpo si riempe di nuovo di voli frenetici e di continui, incessanti pigolii.
Passano e ripassano davanti, a volte si allontanano, a volte a brevissima distanza da me: le loro traiettorie passano così vicine al mio punto di osservazione che, allungando una mano, potrei toccarli.
Ma loro sono indifferenti a me. Io, per loro, sono soltanto uno dei tanti ostacoli solidi da evitare...
Non capisco se il loro muoversi instancabile corrisponda ad una sorta di gioia del volo o se non sia piuttosto effetto di una coercizione, visto che i rondoni per via della loro morfologia somatica e della struttura delle zampe possono soltanto "afferrarsi", ma non poggiarsi. E, quando cadono a terra, la ripresa del loro volo è possibile soltanto se dispongono di un piano di decollo regolare e senza ostacoli. Da un terreno ricoperto d'erba e di vegetazione non possono levarsi in volo e morirebbero certamente se qualcuno non li raccogliesse e non li lanciasse in aria, per consentirgli di riprendere subito a battere le ali.
Una volta ne ho trovato uno a terra, caduta: Se ne stava trermante, immobile, e mi chiedevo perchè non riprendesse a volare come qualsiasi altro uccello.
Si è lasciato prendere nel palmo della mano: era grosso e pesante, caldo e agitato da un tremito elettrico. Appena la mia mano si è levata da terra, la creatura ha cominciato a muovere le ali e ha spiccato il volo, lasciandomi con l'emozione di aver sentito per un attimo trasmettersi alla mia pelle l'energia elettrica e vibrante del volo.
Mentre guardo i mulinelli vorticosi dei rondoni, più in alto, dove si addensano dei cumuli e mentre il cielo si accende dei colori del tramonto, un gabbiano solitario veleggia imponente.

Non so cosa preferirei essere, se quel gabbiano isolato che sembra essere libero nel suo volo, perchè ogni tanto i gabbiani - a differenza dei rondoni - possono anche stare a terra e camminare come qualsiasi altro volatile o se uno di quei rondoni impazienti e vorticanti, condannati ad un perenne volo (alcuni dicono che che essi facciano tutto in volo: mangiare, accoppiarsi, perfino dormire).
Il gabbiano, il più delle volte è un solitario e se vola con altri gabbiani vive il proprio volo in maniera autonoma, con poca relazione con i propri consimili.
I rondoni, invece, sembrano praticare la gioia del volo condiviso e socializzante.
Non so proprio: forse, mi piacerebbe avere un po' le qualità del gabbiano e un po' quelle del rondone.
Essere entrambi, insomma: un isolato che, a volte, sa essere un gregario...

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