sabato 13 novembre 2010

In "Mano Nera", il balcanico turbo-noir di Custerlina, le vicissitudini della Haggadah, il libro della fratellanza tra fedi ed etnie diverse

Mano Nera (Alberto Custerlina, B.C.Dalai, 2010), per definizione data dallo stesso autore (in un post su "turbo folk - "turbo noir", consultabile nel suo sito web), sua opera seconda, è un "turbo noir", un noir cioè ad ambientazione balcanica e impregnato della concitazione e delle tinte forti e sanguigne proprie del genere musicale balcanico, detto appunto "turbo folk", che rappresenta gli umori popolari e i gusti di quelle genti dai tempi del famigerato Arkan in avanti.

L'intreccio di Mano Nera è semplice: l'omonima organizzazione criminale decide di trafugare la Haggadah, un antico libro custodito in un Museo di Sarajevo e reputato dai popoli balcanici simbolo della tolleranza religiosa e della fratellanza tra etnie di fedi religiose diverse. Lo scopo di tale "rapimento" è quello di far sì che un gruppo religioso si schieri contro l'altro, ritenendolo responsabile del furto, e che si attivino nuovamente le faide e i conflitti etnici con giovamento dei traffici illeciti della stessa organizzazione.
Forze apparentemente avverse lottano per impedire un simile epilogo e per ricondurre il rispettato e venerato Codice nella sua sede naturale a far da garante, con il suo esserci, della pace tra le diverse genti.
La let­tura del romanzo, con la sua nar­ra­zione ser­rata e avvin­cente con per­so­naggi cre­di­bili e trat­teg­giati impres­sio­ni­sti­ca­mente — quasi a unghiate — ma “tri­di­men­sio­nali” e per­fet­ta­mente calati nel con­te­sto, è godibilissima, anche per un lettore colto, visto lo spessore dei riferimenti storici e culturali (basta cercare in internet la voce "Haggadah", per rendersene conto).

La Hag­ga­dah di Sarajevo, il libro rubato dalla Mano Nera e custo­dito nel Museo nazionale della Bosnia-Erzegovina, è impor­tante per­chè è il sim­bolo della tol­le­ranza e, proprio per questo, ha valore per tutti e non deve essere posseduto da nessuno.

E' un libro ebraico di cerimonie, che contiene una collezione di storie bibliche, di preghiere e di salmi che riguardano la Pesach, la festa che celebra la liberazione degli ebrei dall'Egitto. Al mondo esistono tantissime haggadah, più o meno preziose e conosciute. L'Haggadah di Sarajevo è considerata di valore inestimabile, sia per la sua antichità (oltre 600 anni), sia per la bellezza delle sue immagini, per i colori arricchiti con oro e rame, per il fantastico mondo degli animali che vi sono rapprresentati, per gli ornamenti floreali e geometrici, ma anche perchè possiede la particolarità di mostrare immagini di persone, nonostante la religione ebraica lo vieti. Il manoscritto si distingue anche per alcuni concetti insoliti, come ad esempio, quello di immaginare la terra come rotonda. Ciò accadeva duecento anni prima che Giordano Bruno venisse mandato al rogo perché sosteneva una simile, eretica teoria.
Nel corso dei bombardamenti, durante l'assedio di Sarajevo, furono fatti diversi tentativi di devastare il Museo che la custodisce, per distruggerla proprio perchè la continuità della sua esistenza, pe il suo valore simbolico, rappresentava un ostacolo per i fomentatori di discordie.

La storia si dipana con un ritmo incalzante, che non con­sente al lettore di tirare il respiro, quasi da mon­tag­gio cine­ma­to­gra­fico.
Romanzi come que­sto di Custer­lina aiu­tano a capire la sto­ria e realtà che, pur geo­gra­fi­ca­mente vicine a noi, rimangono lon­tane anni luce.
Sono ancora oggi vera­mente pochi quelli che hanno capito cosa sia veramente acca­duto nei Bal­cani e cosa lì stia con­ti­nuando ad acca­dere, nel riac­cen­dersi e nell’evolversi attuale di anti­che osti­lità tra Serbi, Croati, Bosniaci e tra Cri­stiani cat­to­lici, Cri­stiani orto­dossi e Musul­mani, ostilità che - a tratti sedate, come nel momento attuale - rmangono sotterranee e pronte a riaccendersi.
Mano nera, pur sem­pli­fi­cando la com­ples­sità esistente in quei contesti ai fini nar­ra­tivi, getta una luce di com­pren­sione su con­flitti e con­tra­sti ancora vivi.
La nar­ra­tiva di que­sto tipo è straor­di­na­ria per­chè, se ben costruita e docu­men­tata, con­sente di immer­gersi nella sto­ria e venire fuori da que­sto bagno con cono­scenze e idee in più e soprattutto con una forte curiosità a saperne di più. E lo fa meglio di qual­siasi sag­gio.

Alberto Custerlina (Trieste, 6 ottobre 1965) è un insegnante e scrittore italiano. In passato legato al settore dell'informatica, ora affianca la scrittura di romanzi noir alle attività di insegnante e consulente informatico.
È stato finalista 2009 al Premio Camaiore di Letteratura Gialla con il suo romanzo d'esordio Balkan Bang! I suoi romanzi rappresentano un caso particolare nel panorama italiano (lo stesso Custerlina li definisce "Turbo Noir") e sono apprezzati anche per la dettagliata descrizione dei panorami balcanici, di cui l'autore è profondo conoscitore.
Ha un suo sito web personale: http://custerlina.com/

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