giovedì 11 marzo 2010

Manchester United - Milan. Riflessioni sparse su di una partita di football


Ieri, insolitamente, ho guardato in prima serata la partita di calcio Manchester United - Milan.
Di fronte al "nulla" televisivo era pur sempre qualcosa.
Devo dire che, benchè io non sia un fervente sostenitore del calcio, qualcosa ha attratto la mia attenzione, motivo per cui mi sono dedicato all'osservazione della vicende di gioco, abbandonando uno sguardo semplicemente distratto.
Ovviamente, mi spiace per l'esito finale... e dico questo soprattutto per gli appassionati seguaci del Milan che non voglio in alcun modo offendere.
Devo però dire che vedere il Milan stra-perdere mi procurava un sottile e diffuso piacere, pensando che - nello stesso tempo - il nostro premier friggeva sulla sua sedia, come anche friggeva a fuoco lento il CT della squadra rossonero che, certamente, dopo il fischio di conclusione della partita, avrà ricevuto qualche infuocata e tempestosa telefonata.
Una giusta punizione per un premier che si confeziona leggi ad personam e che, proprio ieri, ha fatto varare - con l'immancabile voto di fiducia - un disegno di legge sul legittimo impedimento che, dalle cariche interessate, potrà essere semplicemente "autocertificato"...
Devo dire che (pur essendo consapevole che la mia è l'opinione risibile del profano) ciò da cui sono stato colpito sono state la compostezza e l'efficacia del gioco di squadra della compagine inglese, a fronte di una generale fiacchezza della squadra milanista, in cui Beckham pareva più che altro un infiltrato, simpatizzante dei suoi ex-compagni (simpatia, peraltro, assolutamente ripagata, senza occultamenti o ipocrisie).
Non ho potuto non notare, peraltro, la generale compostezza dei giocatori del Manchester United, sobri ed essenziali, poco propensi agli orpelli, al capello lungo e alle fasce elasticizzate per tenere raccolte capigliature troppo fluenti: giocatori dall'aspetto semplice, e non da "fighetti" viziati e narcisisti, fin troppo consapevoli del loro ruolo nel visibilio del pubblico italiano.
Fiacchi e includenti i giocatori italiani che, con i loro vezzi, potevano indurre solo fastidio...
Infine, non si può non constatare che anche il pubblico inglese è sobrio e composto nelle sue manifestazioni di supporto indirizzate alla propria squadra del cuore: il giro di vite, imposto alcuni anni fa dal governo britannico per mettere un freno agli eccessi delle tifoserie e dei tristemente famosi hooligan, è stato indubbiamente efficace e adesso si può assistere ad una partecipazione sentita, ma sobria e composta.
Beckman a volte è stato anche appluadito dal "suo" pubblico di un tempo: ve lo immaginate Luca Toni giocare sul campo del Palermo? Non credo che al "traditore" verrebbero dedicati applausi, semmai fischi ed ingiurie...
Infine, a partita conclusa, i giocatori del Milan hanno esibito sorrisi tirati e non hanno fraternizzato con il "nemico".
Si sono ritirati velocemente negli spogliatoi, certi che di lì a poco ci sarebbe stato un infuocato redde rationem.

Ci sarebbe da chiedersi cosa sarebbe accaduto in Italia di fronte ad una così schiacciante sconfitta.
E c'è da chiedersi perchè dalle nostre parti i provvedimenti governativi siano da sempre così inefficaci per creare le premesse per un tifo sobrio e responsabile, esente da eccessi e da manifestazioni di intolleranza.
Se è vero che "Il pesce puzza dalla testa", credo che l'esempio debba essere dato in primo luogo dalle dirigenze calcistiche, che dovrebbero mettere da parte atteggiamenti arroganti e prevaricatori, e dagli stessi giocatori a cui dovrebbero essere impediti comportamenti narcisisti, vanagloriosi e talvolta sobillatori delle pulsioni più nefaste dei tifosi potenzialmente violenti.
Portiamo i giocatori meno in palmo di mano, rendiamo loro la vita un po' più difficile: che abbiano la sensazione di doversi guadagnare la pagnotta! Forse solo facendo così, il gioco giocato potrà essere migliore e più sportivo, ma soprattutto l'esempio trasmesso a milioni di Italiani potrà essere più incisivo e "trasformativo" rispetto al generale impoverimento morale della nostra nazione.
Il recente film di Eastwood, Invictus, dimostra che, se c'è la volontà politica (supportata da un disegno di ampio respiro, ovviamente), uno sport che attira le grandi masse può diventare catalizzatore di crescita della coscienza civile di un'intera nazione e può produrre effetti aggregativi in direzioni altamente positive.

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