martedì 12 aprile 2011

Davanti al mare


La spiaggia è semideserta Arrivano poche persone, sporadicamente, ma è una processione continua, in qualche modo Via uno, avanti un altro Le onde si frangono con forza con un rombo costante, ma non c'è più il forte vento di ieri La dove c'è la secca e le onde si rompono, una ventina di persone se ne sta in acqua: tutti con la muta, forse surfisti in erba, - ma di tavole non se ne vedono molte - stanno imparando i primi rudimenti per cavalcare le onde, quando si rompono I loro corpi fasciati nelle mute nere conferiscono alla scena un che di lugubre e cupo Più in là, oltre la punta del molo, ci sono due canoisti che si dirigono verso il mare aperto, intrepidi Salgono e scendono sulle onde, molto alte prima di rompersi e ben distanziate l'una dall'altra L'incavo che si forma tra un'onda e la successiva è una valle profonda: Quando uno dei canoisti vi scivola dentro, scompare del tutto alla mia vista e ne vedo a tratti solo la testa: il resto è sepolto nella minacciosa concavità liquida Tornerà a riemergere? - mi chiedo Oppure quel cavo in cui l'acqua sembra farsi torbida e cupa si trasformerà per lui in un maelstrom infido? Il sole picchia forte e duro, pur volgendo al tramonto Come ieri sentivo il soffio del vento, incessante, così oggi le mie orecchie traboccano del rombo della risacca incessante I raggi del sole che mi inondano, mentre sto seduto con le spalle poggiato ad un muro intonacato di bianco sono intensi e mi fanno calore e, forse proprio a causa di questo riscaldamento, le mie fantasie e la mia mente galoppano lontano Vorrei cose che non ho, sicuramente, e si accendono ogni tanto fantasie a luci rosse Poco fa, è entrata sulla terrazza, lastricata con una pavimentazione di pietra pregiata, forse granito, una coppia giovane Lei con tacchi molto alti, in tiro Lui così, vestito alla buona, ma un bel ragazzo Lei, sicuramente bella (uno di quei casi in cui la bellezza non è un'opinione), ha con sé una macchina fotografica reflex e gli dice: Fotografami! Sono bella e potrei essere una modella Il ragazzo l'accontenta e le scatta tante foto Click click click Poi, parlottando, incedono sulla terrazza, e, al suo limitare, si fermano a contemplare il mare A sua volta, la ragazza, evidentemente proprietaria della macchina, scatta alcune foto al fidanzato, ma lui non si mette in posa a differenza di lei Poi, si incamminano e vanno via Le persone vengono, poche, e poi vanno Altre arrivano, fanno pochi passi verso il mare, guardano, poi gli volgono le spalle e vanno, senza indugiare mai per più di pochi secondi Si fermano a scrutare il mare, intenti, ad ascoltare il rumore della risacca, intenti E poi se ne vanno Perchè lo fanno? Forse perchè guardare il mare, sentire il rumore delle onde e del vento è rigenerante... Forse c'è qualche cosa di primigenio in ciò, visto che si tratta di una delle visioni ci ha accompagnato sin dalla più lontana alba dell'umanità Forse perchè la vita - e quindi anche noi - è strisciata fuori dal mare e thalassa è il nostro luogo delle origini Non saprei. Ci sarà un motivo, mi dico, se vengono, continuamente a guardare il mare per stare pochi secondi soltanto senza ristare mai abbastanza a lungo per poi andarsene Qualche volta vorrei chiederglielo Penso che nessuno saprà rispondermi come vorrei Sono certo che balbetteranno qualche risposta. Poi si fermeranno, sentendosi aggrediti nell'intimo, si chiuderanno nel silenzio, mi volteranno le spalle e andranno via, lasciandomi solo con i miei interrogati insoluti, davanti al mare, solo

Nei giorni scorsi, per la prima volta dopo molti mesi, sono andato al mare in bici.
Mi sono sdraiato al sole, in un punto adatto, del tutto riparato dal vento. Un po' ho dormicchiato e un po' ho fatto ginnastica E intanto mi guardavo attorno, godendo di un momento sospeso, in cui ancora non è incominciata la ressa estiva che rende questi luoghi inavvicinabili e fa perder loro tutto il fascino che possiedono. Il giorno prima soffiava un forte vento... Oggi, invece, il vento si era placato e,invece, come sempre succede, arrivavano a gruppi le onde che si frangevano sulla secca. Ho giocato con la mia ombra, complice il muro intonacato di bianco... Palermo, il 6 aprile 2011

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