giovedì 28 gennaio 2010

Il fascino del mare e la solitudine dell'Uomo davanti all'immensità della Natura (Alice Ferretti)


C’è un dipinto realizzato da Caspar David Friedrich, “Il viandante sul mare di nebbia”, forse una delle opere più famose dell’artista, dove un viandante solitario viene ritratto di spalle su una scogliera ed è affacciato su un mare di nebbia.
La sensazione, nel guardare il dipinto, è immediata, una natura immensa e potente, meraviglia e sgomento di fronte all’immensità dell’universo.
E’ la stessa sensazione che ho io quando passeggio sulla spiaggia da sola e mi siedo a guardare il mare.
E’ come se mi trovassi di fronte a qualcosa di assolutamente inaccessibile, forse sconosciuto, ma ad un tempo ne sono affascinata, attratta. Quando me ne ritorno a casa, a volte, mi porto un po' della sua sabbia , ed è come se mi portassi un po’ del suo sale e della sua infinità.
Ci sono poi dei giorni in cui, tramontando il sole sul mare, è come se ci fossero delle pennellate di oro e rubino sullo sfondo blu del cielo che si tuffano tremolanti.
Questi momenti mi fanno allora riflettere sul controsenso che tutto prima o poi debba finire.
Certo potremmo star a filosofeggiare, a discutere sulla fede, sul nulla prima della nascita e sul nulla dopo la morte, ma forse dovremmo prima decidere su come comportarci tra il primo e l’ultimo istante della nostra vita, a quanti incontri, sensazioni, volti possono renderci felici.


Il viandante sul mare di nebbia (1811) Caspar David Friedrich – (Der Wanderer über dem Nebelmeer) è un dipinto ad olio su tela realizzato nel 1811 ed è forse il quadro piu famoso del pittore, forse proprio perchè in quest’opera si avverte immediatamente la poetica del pittore, traducibile nel sublime, nel senso di una natura immensa e potente, che sarebbe poi il cardine del sentire romantico.
Viene così ritratto di spalle un’uomo, il viandante solitario, la quale posizione evoca proprio la parte inconscia e nascosta dello stesso, e che affacciato sul mare di nebbia che copre un’intero paesaggio montagnoso è li ad osservare il tutto.
L'assenza di vegetazione sottolinea la mancanza di posti accoglienti.
Il tutto, infatti, trasmette un senso di inquietudine e la stessa sensazione esprimono le rocce, nere e inospitali, che spuntano fuori dalla nube di nebbia, che sembra essere quasi un vapore esalato dalla terra dal suo interno.
E ciò ci riporta ad immaginare un paesaggio angusto, quasi come doveva essere attimi dopo la creazione.
L’uomo, li sulla scogliera, ci permette di capire quanto è piccola la dimensione umana rispetto alla grandiosità della natura.

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