lunedì 7 settembre 2009

La sedia a sdraio: un oggetto del nostro immaginario... non solo balneare


Le sdraio, che - in particolare quelle per uso pubblico negli spazi aperti - rappresentano una variante della panchina, sono particolarmente attraenti, in quanto grazie ad uno speciale dispositivo che consente di dare allo schienale una speciale mobilità offrono al loro utilizzatore la possibilità di variare l'inclinazione della seduta, da una postura quasi-seduta ad una di semicupio.
In più la sdraio, offrendo alla schiena la possibilità di aderire in modo confortevole ed avvolgente allo schienale, fatto il più delle volte di tessuto, più o meno morbido, ma sempre alquanto resistente, regala ai suoi utilizzatori una particolare sensazione di benessere e di supporto.
La parola greca αναχλιτος θρόνος equivale alla parola che designa la sedia sdraio di moderna concezione: una sedia (θρόνος) su cui si ci si appoggia (αναχλιτος è correlato al verbo greco che, con la stessa radice, sta per "appoggiarsi").
Nel linguaggio della psichiatria esistono le personalità "anaclitiche", cioè in altri termini quelle espresse da individui che hanno un costante bisogno psicologico ed emozionale di appoggio, tutela, conforto.
Per esempio, in un qualsiasi dizionario web sipuò leggere la seguente definizione:

anaclitico 1 (agg.) (pl. m.-ci) Relativo a un individuo che nella caratterologia psicoanalitica richiama il modello dipendente della relazione.
Sinonimi: dipendente

Quindi, per tali motivi, la sdraio è un oggetto particolarmente adatto a chi si sente (o è) "anaclitico". In effetti, comunque - ed in senso molto più generale - la sdraio soddisfa con immediatezza un nostro bisogno regressivo di conforto e accoglimento.
Vedere una sdraio vuota e aperta - come è quella della foto - suscita un immediato senso di malinconia per ciò che è perduto ed un immediato, acuto, travolgente desiderio di buttarcisi dentro...
Se poi la sdraio vuota è opportunamente collocata davanti ad una distesa d'acqua, ancora meglio...


Osserviamo, ad esempio, la foto sopra.
Si tratta di una sdraio inglese da parco, costruita solidamente (come è nello stile inglese e rigorosamente a noleggio: appena ti ci appoggi, spunta immediatamente l'omino addetto a riscuotere la tariffa oraria). La sdraio, lasciata vuota, ma aperta, è strategicamente collocata davanti allo stagno delle anatrelle e delle papere.
Anche in questa immagine si conferma il fascino della sdraio pronta all'uso e desiderosa di ricevere un ospite nel suo abbraccio confortevole. E dalla sdraio si può aprire una vista solitaria e un po' autistica.
In questo caso, la vista sull'acqua rimanda all'elemento primigenio dal quale proveniamo, attivando in noi una nostra originaria claustrofilia.
Il fascino della foto si accresce ulteriormente se pensiamo che la sua
location è Kensington Gardens, cioè quel parco di Londra che ha ispirato James Matthew Barrie nell'ideazione delle storie di Peter Pan ( di cui la prima fu pubblicata nel 1904).
In Wikipedia leggiamo:
"Il personaggio venne ispirato a Barrie da un gruppo di ragazzini conosciuti durante le passeggiate assieme al proprio cane San Bernardo attraverso i viali dei giardini londinesi di Kensington: l'amicizia - spesso discussa e talvolta al centro di acri malignità, con accuse neppure troppo velate di pederastia - con i cinque figli della vedova Llewellyn-Davies (il più piccolo dei quali si chiamava, appunto, Peter come il futuro protagonista di tante avventure), sarebbe risultata fondamentale. Il legame tra lo scrittore, peraltro già sposato, con la giovane vedova e i suoi figlioli, divenne poi talmente saldo che, alla morte di lei, lo scrittore si sarebbe fatto carico dei cinque ragazzini".

Una delle storie che hanno Peter Pan come protagonista si chiama appunto "Peter Pan e Wendy nei giardini di Kensington".

In effetti, i giardini di Kensington, ampi e ariosi, ispirano una sensazione di pace e tranquillità, ma nello stesso tempo predispongono a bizzarri incontri, come ad esempio quello con un piccolo scottaiolo partito per una sua escursione alla ricerca di cibo e che rimane paralizzato a fissarti, perchè sente che la via del ritorno al suo rifugio confortevole gli è preclusa, oppure con la magica statua dedicata appunto a Peter Pan, oppure ad avvistamenti come quello della spaziosa dimora che, delimitata da un severo recinto in ferro battuto, venne assegnato a Lady D dopo il divorzio.

Foto in basso di Sergio Ignizio: Londra, Kensington Gardens.

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