mercoledì 22 luglio 2009

Lo sbarco sulla luna, vero o falso, è una formidabile macchina dei sogni


Quest'anno, il 20 luglio 2009, ricorreva il quarantennale dello sbarco sulla luna che ha rappresentato il culmine della missione Apollo 11, con un equipaggio composto da Neil Armstrong, "Buzz" Aldrin e Michael Collins.
Neil Armstrong è quello della celebre camminata sulla superficie lunare, "il primo uomo sulla luna", quello della frase che ha fatto storia perchè condensò l'epopea del viaggio lunare in poche - memorabili - parole, pronunciata mentre poggiava il piede sulla luna "E' un piccolo passo per un uomo, ma un grande salto per l'umanità".
Buzz Aldrin fu semplicemente ricordato come il "secondo uomo sulla luna": l'appannaggio del primo passo rimase ad Armstrong che, pur avendo perseguito nel corso della sua vita successiva grandi realizzazioni, viene ricordato in maniera esclusiva per quelle due ore e mezza di camminata lunare.
Michael Collins rimase un po' in ombra: lui era sul modulo orbitante per manovrarlo durante le manovre di avvicinamento del LEM e per mantenere i contatti tra la Terra (il centro di controllo di Houston, Texas) e i compagni sul modulo lunare, una funzione cruciale - a dire il vero - ma poco funzionale nella costruzione dell'"epica" dello sbarco.
L'impresa, orchestrata dalla NASA, rappresentò in modo cruciale l'evoluzione della guerra fredda tra il blocco sovietico e quello americano che si trasformò in disfida tecnico-scientifica.
L'allunaggio segnò in qualche misura il trionfo della tecnologia americana su quella sovietica e fu, a tutti gli effetti, una mossa cruciale nella partita a scacchi che i due colossi giocavano in quegli anni: dietro la tecnologia c'era - indubbiamente - un'esigenza di tipo politico che decretò in qualche misura la "necessità" di una simile riuscita.
E' chiaro tuttavia che il successo degli USA si innestò universalmente nell'immaginario collettivo del globo terracqueo, al di là delle differenze etniche, di religione e culturali.
La conquista della Luna rappresenta l’unico esempio nella storia umana di come uno scontro ideologico si sia trasformato da conflitto militare a contesa tecnico-scientifica. Tale evoluzione sembra al momento inimmaginabile per gli attriti con il mondo islamico. L’impresa lunare è stato anche il più complesso sforzo organizzativo dopo la costruzione delle piramidi sulle quali però abbiamo notizie incerte. La coralità dell’opera che ha coinvolto migliaia di persone e la sua dimensione tecnologica a volte non immediatamente comprensibile hanno però relegato i protagonisti in secondo piano a differenza di altre imprese rimaste nell’immaginario collettivo come il volo di Charles Lindberg. Cambiare il punto di vista può aiutare a rimettere l’Uomo al centro della scena. Senza dimenticare la fascinosa e inquietante compagna dei giocatori che non disdegna la frequentazione anche di austeri scienziati, la Sorte: senza i suoi favori non si torna sulla Luna né si va su Marte.
L'impresa lunare venne guardata in diretta in tutto il mondo.
Molti acquistarono i primi modelli di televisore a colori per seguire meglio l'impresa (per esempio a Papa Paolo VI ne fu procurato uno, proprio a questo scopo, per la sua residenza estiva di Castelgandolfo), mentre molti altri acquistarono per la prima volta un semplice apparecchio televisivo in bianco-nero.
Grandi ed intense furono le emozioni collettive, la contentezza, l'ansia, l'apprensione, la sensazione che un grande traguardo per l'umanità fosse stato raggiunto.
Molte grandi firme del giornalismo italiano di oggi, erano proprio lì, a Cape Canaveral, come - ad esempio - un giovanissimo Piero Angela.
Nel quarantennale dell'impresa, Barak Obama, ha ricevuto alla Casa Bianca i tre cosmonauti, tributando loro un giusto riconoscimento e ricordando che ai tempi dell'impresa, lui meno che adolescente - come tanti altri - aveva seguito l'impresa in televisione, infiammandosi di emozioni uniche e profonde.
La meraviglia, le forti ed intense passioni, le ansie suscitate dall'impresa lunare sono narrate magistralmente in uno dei migliori saggi mai pubblicati di Norman Mailer, Un fuoco sulla luna, (Mondadori, 1971), oggi difficilmente reperibile.
A distanza di tanti anni, tuttavia, non manca un po' di retorica: da tante parti si sente usare la frase roboante "la conquista della luna".
Ma di che genere di "conquista", si trattò visto che la luna non fu successivamente colonizzata, né sfruttata dal punto di vista delle sue risorse, nè si ripeterono ulteriori sbarchi di cosmonauti, anche perchè il programma spaziale "Apollo" venne bruscamente interrotto a causa della tragedia dell'Apollo 13?
E, in più, chi avrebbe conquistato cosa? L'umanità intera, oppure gli USA, oppure cos'altro?
Diciamo che, ridimensionando le cose, si trattò di un semplice sbarco.

Ma lo sbarco ci fu veramente?
Oppure non fu altro che un abile (e volgare) camuffamento, una sceneggiata messa in piedi dalla NASA, perchè in quegli anni agli USA faceva comodo poter essere i primi nella corsa alla conquista dello spazio, dimostrando che erano in grado di raggiungere un traguardo ineguagliabile dal punto di vista tecnologico?
Sono interrogativi che non troveranno mai una risposta certa, anche se innumerevoli sono le tracce che portano a ritenere che lo sbarco sulla luna fu una beffa perpetrata ai danni dell'umanità tutta. (Mondadori, 1971), oggi difficilmente reperibile.
Secondo alcuni detrattori sarebbero gli errori fotografici (e in particolare il modo in cui cadono le ombre rispetto alla fonte di luce, ma anche l'assenza di stelle dalla volta nera del cielo sulla luna che invece dovrebbero essere molto più visibili che dalla terra per via della mancanza di atmosfera) la prova più nota e comunemente riconosciuta della pantomima.
Ma vengono invocate come prova (indiretta) anche le facce da funerale esibite dai tre cosmonauti alla prima conferenza stampa cui ebbero modo di partecipare subito dopo il loro ritorno. E, in più, il fatto che - stranamente - dall'impresa tanto celebrata dell'allunaggio dagli Americani, sempre così pronti a trasformare eventi importanti che li riguardano in film celebrativo-avventurosi, non venne mai realizzato un film.
Esistono numerosi articoli e documenti che mettono in discussione la veridicità dell'evento.
Tra questi un volume pubblicato nel 1987 negli Stati Uniti e un decennio più tardi in traduzione italiana, scritto da un certo Bill Kaysing che "...ha lavorato per parecchi anni come direttore delle pubblicazioni tecniche presso i laboratori della Rocketdyne Research, la ditta che ha progettato e costruito i motori dei razzi che apparentemente hanno portatole navicelle Apollo sulla luna".
Il titolo del volume è "Non siamo mai andati sulla luna. Una beffa da 30 miliardi di dollari" (titolo originale: "We never went to the moon"), pubblicato da Cult Media Net Edizioni, "... un dossier serio e approfondito sul più dispensioso bluff del secolo".
Si tratta della cosiddetta "teoria del complotto lunare" a cui in Wikipedia è dedicata una specifica voce, corredata di una serie di argomento a supporto e di controdeduzioni.

Più o meno coevo all'anno di publicazione del volume negli USA (con una sceneggiatura direttamente ispirata allo scenario proposto dal libro di Kaysing), ci fu il film Capricorn One, uscito nel nel 1978 e diretto da Peter Hyams (prodotto dalla compagnia di produzione ITC Entertainment di Lew Grade per conto della Warner Bros).
La vicenda è incentrata sulla messa in scena di un falso atterraggio sul pianeta Marte da parte della NASA, con i cosmonauti che partecipano, complici, alla messinscena perchè mogli e familiari sono tenuti sotto minaccia. Questa la trama.
Charles Brubaker è il capo dei tre astronauti che prenderanno parte alla prima spedizione su Marte. Pochi secondi prima del lancio gli astronauti vengono fatti uscire dalla navicella, che comunque viene inviata nello spazio. I responsabili della spedizione della Nasa sono a conoscenza che problemi tecnici avrebbero causato la morte degli uomini all'interno della navetta.Per non affrontare le conseguenze negative che sarebbero senz'altro seguite nel dichiarare la verità, spediscono i tre uomini in una base aerea dimessa, da dove, fingendo di essere in viaggio nello spazio, dovranno trasmettere e tenersi in contatto con la Nasa. Il giornalista Robert Coffield, indagando sulla scomparsa di un tecnico della base spaziale, scopre qualcosa che lo lascia a bocca aperta..
Sebbene Capricorn One sia per tematica un tipico thriller anni Settanta su una cospirazione governativa (che presenta forti similutidini con il successivo Outland dello stesso regista) la storia fu ispirata ai forti dubbi, mai sopiti, che l'atterraggio sulla Luna da parte dell'Apollo fosse stato un inganno realizzato con la inconsapevole complicità dei media.
Oggi siamo un po' più "vaccinati" su queste faccende, ma una "legge" che si presenta con costanza nella comunicazione mediatica ribadisce che se una cosa viene presentata nel piccolo schermo, allora è reale e vera, per quanto in origine possa essere una mistificazione. In altri termini, il più delle volte, è il passaggio attraverso lo schermo televisivo a rendere "vere" le cose, a validarne l'esistenza...
In ogni modo, comunque siano andate le cose, quell'"impresa" - vera o simulata che fosse - diventò - ed è tuttora - un'inarrestabile macchina per sognare... qualcosa che si è insediato indelebilmente nell'immaginario collettivo: quei filmati che ci fanno vedere i primi passi di Armstrong sul suolo lunare trasmettono intatta tutta l'emozione che indussero al tempo della loro trasmissione in diretta...

5 commenti:

  1. I sospetti in merito alla veridicità dell'impresa spaziale americana, l'astrobufala che tanto ci appassionò in una indimenticabile trasmissione fiume in bianco e nero del '68, anno anch'esso mitico per altri eventi, ritengo facciano il paio con gli analoghi e più recenti sospetti sulla veridicità del criminale "attacco contro l'occidente ad opera dell'Islam assasino" compiuto nella data, già simbolica, dell'11 settembre (meglio espressa dal neo logo "11/9" e dal merchandising susseguente).
    All'"inarrestabile macchina per sognare", come hai molto efficacemente definito l'evento spaziale calato nel nostro immaginario, si affiancherebba una "inarrestabile macchina per sognare un nemico".
    Noi, ovviamente, come nella migliore tradizione western, siamo i buoni, i cowboy, gli astroeroi dell'umanità che migliorano lo spazio interstellare, i garanti della libertà che respingono fieramente ogni proditorio attacco alle conquiste della nostra straordinaria civiltà

    Vincenzo Cordovana

    RispondiElimina
  2. E' VERO !!!

    Qui troverete tutte le le prove che dimostrano in modo inconfutabile che l'uomo NON è MAI andato sulla Luna !

    http://astronomia.altervista.org/forum/index.php?s=09701c11c25bb41d0b0ae0e9c6fce2a9&act=ST&f=1&t=592&st=0

    Ciao da Ettore !

    RispondiElimina
  3. E qui troverete le prove che il losco figuro che ha postato sopra di me è un impostore!

    http://astronomia.altervista.org/forum/index.php?act=ST&f=1&t=630&s=347462ba5ebaf4aac70e982772db51f3

    Buona lettura! :D

    RispondiElimina
  4. AAHHAHAHAHAAHAHAHH ... AHAHHàHàHà..
    NON CREDO CHE SIANO ANDATI ALLA LUNA...
    ((((((*_ _*))))))
    ........................BENITO
    CIAO CIAO

    RispondiElimina

 
Creative Commons License
Pensieri sparsi by Maurizio Crispi is licensed under a Creative Commons Attribuzione-Non commerciale-Non opere derivate 2.5 Italia License.
Based on a work at mauriziocrispi.blogspot.com.