domenica 27 aprile 2008

"L'estate del disincanto": alla fine, di quello che si è vissuto restano i racconti

Durante un mio recente viaggio in treno (era da tanti anni che non ne facevo esperienza) mi sono immerso nella lettura di uno dei libri che avevo con me. In verità, lo aveva già iniziato qualche giorno prima, ma c'è stato bisogno che fossi in treno per potermi immergere totalmente in esso: i ritmi lenti dello spostamento, le lunghe soste ed una sensazione molto più profonda e viscerale d'essere in viaggio, hanno favorito particolarmente la possibilità di entrare con tutto me stesso nel flusso del testo e dell'avventura.
Il romanzo era particolarmente adatto alla mia condizione di viaggiatore in transito da una condizione all'altra, proprio per la sua natura di storia d'avventura e di "formazione" (nonchè di iniziazione): comprato quasi per caso in libreria, senza che sapessi nulla del suo autore, ma soltanto perchè, sollevandolo da una quantità di altri libri collocati nel tavolo d'esposizione, mi aveva attratto la sua copertina: la prua di una barca di pescatori dal fasciame solido e compatto, incrostata di alghe e denti di cani, con un'attenzione marcata - e, si scoprirà, molto voluta - alla linea di confine tra "opera morta" e "opera viva".
"L'opera morta è quello che si vede della barca, mentre la viva sta sotto il pelo dell'acqua, è la chiglia bagnata che si assesta di continuo. gonfia e battente, e ci crescono i coralli, le alghe, i denti di cane".
Si sa che i libri si scelgono spesso non per il loro contenuto, ma per le loro "soglie" che, con immediatezza parlano al nostro inconscio.
Si tratta di "L'estate del disincanto", scritto da Simone Perotti che, essendo - come si apprende dai risvolti di copertina - appassionato di marineria, "navigatore", affittabarche, skipper e istruttore di vela, è riuscito a travasare in queste pagine tutta la sua passione, trasformandola in capacità di riflettere sul significato della vita.
Questo il mio commento al romanzo (in http://www.internetbookshop.it/:
Non a caso, il bel romanzo di Perotti ha, tra le sue "soglie", la mini-recensione di Bjorn Larsson, grande scrittore d'avventura nel senso moderno del termine. Non a caso, Larsson colloca l'autore tra Stenvenson e Salgari, affermando che in più - la sua scrittura è arricchita dai forti sentimenti dell'amicizia adolescenziale (tanto più forte quando si trae radici dai giochi condivisi dell'infanzia) e dalla scoperta dell'amore. Quella di Perotti è una bella storia di iniziazione che si svolge in una cornice di tragici e grandiosi eventi, alla fine della II guerra mondiale nello scenario marittimo del Mediterraneo. Ci sono proprio tutti gli ingredienti del romanzo d'avventura: le fughe a vela, il confronto con la tempesta, i personaggi loschi e minacciosi (il Corsaro), "magici" (la nonna di Maria e la stessa Maria) e altri indimenticabili caratteri - come Altomare - dal passato avventuroso e strano, capaci di raccontare molte storie affascinanti - autentiche storie nella storia. Molto modernamente - la storia di Perotti è anche un romanzo d'inizazione - un "bildungsroman" nel senso più autentico del termine: la descrizione vivida ed intensa della transizione di Galbo, Nino e Maria dalla spensierata età dell'infanzia all'adultità, attraverso un vero e proprio rito di passaggio, drammatico e ardimentoso (dall'esito, sino all'ultimo, incerto - come tutti i riti di passaggio). Attraverso questo transito periglioso (al contempo ricco ed affascinante) i tre scopriranno il significato forte ed intenso dell'amicizia e dell'amore, ma potranno anche intraprendere con vigore il loro viaggio attraverso la vita (ma con l'acquisita consapevolezza della fondamentale incertezza di tutte le cose). Dice Perotti, facendo riflettere uno dei suoi personaggi-chiave, alla fine della vicenda: "Cosa ci spinge avanti, se conosciamo la fine? Nel mare, come nella vita, i segni durano poco. L'acqua poi si richiude, e le cose non sono state mai state. Restano soltanto i racconti". D'un racconto straordinario ci ha dunque fatto dono Perotti, intriso com'è di tutte la sua conoscenza del mare e della navigazione e che, indubbiamente, sono la sua grande passione.




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