Il post di due giorni fa "Fu così che partii con un paio di sandali spaiati" mi ha fatto ricordare di un'altra storia di scarpe accaduta pochi anno in occasione del matrimonio di Alessandra, figlia di mia cugina Luciana con Tomàs. Quel racconto, riesumato dai meandri del mio PC lo riporto qui di seguito, così come lo scrissi allora senza apportare nessuna modifica... Il testo è stato elaborato il 21 luglio 2005. Ho modificato soltanto il titolo. Il termine "sbrisolona" viene da un dolce del Nord Italia che ho mangiato proprio in questi giorni e la cui caratteristica è appunto quella di sbriciolarsi con estrema facilità.Per completare la storia dirò che, per levarmi ogni scrupolo sono andato dal calzolaio con le nude tomaie, chiedendogli quando sarebbe costato rifare le suole ex-novo. Il calzolaio mi lanciò un'occhiataccia cquasi che fossi fuori come le terrazze e poi sparò una cifra esorbitante. Gli voltai le spalle e me ne andai per buttare subito dopo i due rottami nel più vicino cassonetto della monnezza. E, per fortuna, che allora non c'era ancora il delirio della raccolta differenziata (in chiave palermitana, ovviamente...).
Per il matrimonio di Alessandra e Tomàs, mi vesto - per così dire - elegante. Anche se - considerando le mie abitudini dire "elegante" è, a dir poco, usare una parola grossa...
Mi sono ricordato di possedere un bell'abito nero, acquistato due anni fa per una sera di capodanno e da allora mai indossato di nuovo, forse per una sorta di rimozione di quel periodo. Ho anche deciso di utilizzare - per tenere su il tono - un paio di scarpe nere (comprate ai tempi in cui transitai come una cometa in un club del Lyons'), economiche, non griffate, ma dignitose.
Anche queste utilizzate ben poche volte e sempre accuratamente riposte nella scarpiera che tengo in veranda (non dimentichiamo questo dettaglio: d'estate sottoposta ai dardi d'un sole cocente che realizza temperature da fornace).
Quando ho completato la vestizione, mi sono contemplato nella specchiera, contento di ciò che vedevano i miei occhi: per una volta, avevo la sensazione di non essere vestito come uno scalzacani.
Ci siamo mossi per il matrimonio in gruppo, con mio fratello e con la mamma: prima in chiesa (la chiesetta di San Cataldo dei Cavalieri del Santo Sepolcro: suggestivissima).
Poi, spostamento in auto per un agriturismo a circa settanta chilometri da Palermo ("Il Vecchio Frantoio", ubicato in una contrada tra Scillato e Polizzi). Un posto bellissimo, ben messo, pieno di fascino: una corte interna lastricata e dei percorsi con una pavimentazione di acciottolato.
Ma all'improvviso comincio ad avere delle sensazioni strane nella mia statica: mi sembra di non aver un buon appoggio sotto i piedi, come quando c'è qualcosa appiccicato sotto la suola che fa spessore e ti impedisce di sentirsi ben saldo sulla tua base d'appoggio.
Persistendo questa fastidiosa impressione, mi decido a dare un'occhiata alla scarpa: con mio sgomento, mi accorgo che la parte della suola corrispondente al tallone, dunque il tacco, è totalmente sbriciolata, aperta in ampie spaccature come se la gomma fosse stata intaccata da una specie di lebbra della plastica.
Cuore in gola... O dio!
Esamino, a questo punto, anche la suola dell'altra scarpa, sperando in una fortuna migliore.
Ma niente! Stessa cosa: mala suerte, si direbbe...
Sono sgomento, ma poi decido di prendere la faccenda con filosofia e di riderci un po' su.
Man mano che la serata va avanti ed io con nonchalance mi muovo qua e là, le suole delle due scarpe, continuano a dissolversi: una lebbra dilagante con velocità esponenziale...
I mie piedi assumono la postura tipica di Scaramacai con i talloni piantati in terra e le punte rialzate; poi, questa postura si ridimensiona, quando anche la parte di suola in corrispondenza dell'avampiede comincia ad erodersi e a sfaldarsi.
In pratica, verso la fine della serata, mi ritrovo a camminare con ai piedi un paio di babbucce fatte con la sola tomaia ormai quasi del tutto ripulita da ogni residuo di gomma.
Il giorno dopo, quando sono andato per prendere la macchina, mi sono accorto che sul tappetino, in corrispondenza del posto di guida, c'era un macello di detriti di gomma nera, in parte ridotta a polvere sottile.
Dilemma: varrà la pena portare le due tomaie ripulite dal calzolaio per farle risuolare?
Forse ci proverò.
Ma, in attesa di decidere, le due “tomaie” le ho riposte nello stanzino di sgombero. Vedremo...
Tra sandali spaiati e suole sbrisolone "in fin di vita", i negozi di scarpe fallirebbero !!!!!
RispondiEliminaCerto è che, leggendoti, le tue scarpe mi hanno fatto venire in mente la mia nonna che per un certo periodo ha vissuto con me e la mia famiglia.
Ogni volta che mangiavo, poichè riempivo il tavolo di molliche di pane, mi ripeteva:"sei una sbris(ci)olona"!
Pane e tomaie rappresentavano comunque due capisaldi della vita vera, di tutti i giorni. Se tu pensi che, in epoca dove gli sprechi non esistevano, il pane con un pò di olio e pomodoro rappresentava già un lauto pranzo e fare le scarpe era un lavoro impegnativo, che iniziava la mattina presto per terminare a sera inoltrata, utilizzando il lume a petrolio. Le tomaie e le risolature davano da vivere.
Il tuo racconto mi ha riportata indietro di qualche anno, anch'io invitata a un matrimonio, anch'io con scarpe dimenticate per anni in un armadio e da esse per questo punita. Prima dell'evento, dopo un lungo viaggio in auto senza aria condizionata e sotto un sole cocente, le suole si staccarono trasformando le mie scarpette "eleganti" in due entità minacciose come fauci spalancate di coccodrillo. Non funzionò la colla vendutami da un negoziante di Piazza Armerina, nè l'adeguamento del passo...Alla fine decisi di rimuovere le due solette.
RispondiEliminaRicordo che quell'evento all'inizio stressante diventò motivo di divertimento. Quello fu uno dei pochi matrimoni in cui non mi annoiai.
ciao ma hai capito cosa è successo?
RispondiEliminavenerdì ho comprato un paio di scarpe valleverde, sabato volevo metterle e mentre le mettevo si sono sbriciolate le suole... domani e vado a cambiare.....
ma questa è una cosa che mi succede spesso io pensavo all'aria condizionata della macchina o qualcos'altro. mi è successo con le scarpe della NIKE (2 paia) clark e quanto mi è dispiaciuto!!!! ed altre...ma mai con le scarpe nuove!!!
vedo che se qualcosa può andar storto...lo farà! ieri, seduto a pranzo da amici a Trieste, mio marito con un paio di mocassini melluso appena comperati: la suola si è aperta e fissurata, da non credere! scalzo in 1 ora, stando fermo e seduto; per fortuna non doveva guidare, non avrebbe potuto. obsolescenza programmata o fuori controllo? buone spese a tutti, elda
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