City Island di Raymond De Felitta (2009) è una gradevole commedia sui destini incrociati in una famiglia che vive in un sobborgo del Bronx, con delle sue peculiarità di tipo geografico-antropologico.
City Island è una cittadina di casette a schiera personalizzate, poplolata da persone che vi abitano da più generazioni tramandandosi la casa da padre in figlio, dominata da un forte orgoglio nel distinguere tra gli autoctoni e quelli che vengono da fuori.
Vince Rizzo (Andy Garcia), capofamiglia, lavora come guardia carceraria e coltiva il sogno nel cassetta di poter diventare un giorno attore (Marlon Brando nella recitazione rappresenta il suo mito), la moglie Joyce - per quanto amata - è frustrata ed insoddisfatta a causa delle frequenti assenze del marito diviso tra lavoro e "partite a poker" con gli amici (visto che non ha il coraggio di dirle che frequenta una scuola di recitazione).
Due figli: la ragazza è stata buttata fuori dal college perchè trovata in possesso di Cannabis e poichè - per essere riammessa al successivo trimestre - dovrà pagarsi la retta lavora in un locale come spogliarellista e lap dancer (all'insaputa dei genitori); il figlio più piccolo Vince Jr. ha la passione (al limite della condizione borderline) per le donne ciccione e soprattutto vorrebbe "nutrirle" e, avendo conosciuto tramite internet "Botero", un'adorabile cicciona che abita di fronte a casa sua (che si esibisce in internet mentre cucina complicati manicaretti conditi da pose ammiccanti) comincia a frequentarla e ad imbastire assieme a lei pasti succulenti e luculliani
Durante il suo lavoro in carcere, Vince si imbatte in un figlio ormai cresciuto che, in un'altra vita, aveva abbandonato assieme alla madre, per codardia e per incapacità di assumersi le sue responsabilità. Decide di farsene carico e lo prende in custodia per ospitarlo a casa sua.
Attorno a questo fatto, come in tutte le situazioni in cui un "angelo" (un elemento estraneo) arriva dentro una casa gli equilibri familiari ne risultano sconvolti e si attivano una serie di equivoci ed errrori che alla fine portano come in tutte le commedie a lieto fine (tipèiche dell'ottimismo americano anni '60) all'abbattimento delle false verità, ai reciproci riconoscimenti, allo ristabilimento dell'ordine e al rinsaldarsi di tutti i legammi familiari.
Tutto si ricompone, persino la collega di recitazione di Andy e sua ispiratrice, decide di colmare i suoi viti e di ricongiunngersi con la sua famiglia.
City Island è una cittadina di casette a schiera personalizzate, poplolata da persone che vi abitano da più generazioni tramandandosi la casa da padre in figlio, dominata da un forte orgoglio nel distinguere tra gli autoctoni e quelli che vengono da fuori.
Vince Rizzo (Andy Garcia), capofamiglia, lavora come guardia carceraria e coltiva il sogno nel cassetta di poter diventare un giorno attore (Marlon Brando nella recitazione rappresenta il suo mito), la moglie Joyce - per quanto amata - è frustrata ed insoddisfatta a causa delle frequenti assenze del marito diviso tra lavoro e "partite a poker" con gli amici (visto che non ha il coraggio di dirle che frequenta una scuola di recitazione).
Due figli: la ragazza è stata buttata fuori dal college perchè trovata in possesso di Cannabis e poichè - per essere riammessa al successivo trimestre - dovrà pagarsi la retta lavora in un locale come spogliarellista e lap dancer (all'insaputa dei genitori); il figlio più piccolo Vince Jr. ha la passione (al limite della condizione borderline) per le donne ciccione e soprattutto vorrebbe "nutrirle" e, avendo conosciuto tramite internet "Botero", un'adorabile cicciona che abita di fronte a casa sua (che si esibisce in internet mentre cucina complicati manicaretti conditi da pose ammiccanti) comincia a frequentarla e ad imbastire assieme a lei pasti succulenti e luculliani
Durante il suo lavoro in carcere, Vince si imbatte in un figlio ormai cresciuto che, in un'altra vita, aveva abbandonato assieme alla madre, per codardia e per incapacità di assumersi le sue responsabilità. Decide di farsene carico e lo prende in custodia per ospitarlo a casa sua.
Attorno a questo fatto, come in tutte le situazioni in cui un "angelo" (un elemento estraneo) arriva dentro una casa gli equilibri familiari ne risultano sconvolti e si attivano una serie di equivoci ed errrori che alla fine portano come in tutte le commedie a lieto fine (tipèiche dell'ottimismo americano anni '60) all'abbattimento delle false verità, ai reciproci riconoscimenti, allo ristabilimento dell'ordine e al rinsaldarsi di tutti i legammi familiari.
Tutto si ricompone, persino la collega di recitazione di Andy e sua ispiratrice, decide di colmare i suoi viti e di ricongiunngersi con la sua famiglia.
(Dalla recensione di Giancarlo Zappoli in www.mymovies.it)
Per il resto del film invece veniamo condotti per mano in una rivisitazione intelligente di situazioni classiche del cinema (prima fra tutte quella del nuovo arrivato che si trova a sconvolgere una situazione già in equilibrio precario) con accenti che sfiorano la descrizione di nuclei familiari border line cara a Todd Solondz in particolare nel ruolo di Vince Jr.. Le piccole frustrazioni, il non detto che si instaura in una coppia che pure al fondo ha ancora elementi che la potrebbero far procedere positivamente, la possibilità di un'amicizia vera e profonda tra un uomo e una donna.
Questi ed altri sono i temi che vengono affrontati con la giusta dose di leggerezza e di malinconia per le occasioni che quotidianamente si perdono per paura di essere feriti nell'intimo. Se poi si aggiunge che si può anche assistere a una scena in cui Andy Garcia, aspirante attore, va a un'audizione per un film di Scorsese con De Niro protagonista allora si può star certi che è garantita anche una giusta dose di divertimento. City Island, senza essere un capolavoro, può valere una visita.
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