giovedì 19 agosto 2010

Morte tra i ghiacci: una nuova avventura con il marchio della premiata ditta Preston-Child


Lincoln Child e Douglas Preston sono più conosciuti come coppia di scrittori, esattamente come il duo Fruttero-Lucentini di casa nostra, I due, in tandem perfettamente coordinato, compongono delle belle storie (in genere al ritmo di una all'anno) di marca avventurosa (con una combinazione di elementi diversi horror, mistery, SF), molte delle quali sono state trasposte in film (non si può non citare Relic, perchè è proprio dopo aver visto questo film o al cinema o in repliche TV che molti sono approdati al romanzo omonimo da cui era stato tratto, divenendo dal quel momento fan dei due scrittori statunitensi, alla ricerca di tutto ciò - di loro - già pubblicato o di prossima pubblicazione).
Particolarmente intrigante è la serie di romanzi che hanno come protagonista il bizzarro agente speciale dell'FBI Aloysious Pendergast il quale, per alcuni versi, si presenta come una rivisitazione in chiave moderna e lievemente demonica di Sherlock Holmes, con una propensione a farsi "indagatore" dell'occulto.
Da alcuni anni a questa parte, i due hanno preso l'abitudine di pubblicare anche dei romanzi a firma separata: anche in questo caso, uno all'anno.
I loro fan, possono avere così il piacere di leggere non uno, bensì tre romanzi all'anno, della stessa rinomata ditta.
Infatti, dopo una lunga consuetudine compositiva a quattro mani, le differenze stilistiche tra i due scrittori, quando operano da soli, sono poco rilevanti: la cifra stilistica è identica, anche se è diversa la prevalente polarizzazione di interesse sui contenuti. Douglas Preston sembra puntare maggiormente sulla dimensione avventurosa delle sue trame, mentre Lincoln Child cura maggiormente d'occhio l'estrapolazione scientifica dei suoi testi e l’attendibilità degli elementi scientifici che vengono estrapolati nelle sue trame.
Anche quest'ultimo romanzo di Lincoln Child reca lo stesso imprinting di tutti quelli già usciti (inclusi quelli del collega Douglas Preston da solo): si tratta di una bella storia di avventura e mistero con un pizzico di horror esoterico che poi sfocia in un'ipotesi aliena, appena accennata, ma non sviluppata.
Gli ingredienti perché il romanzo possa piacere ai lettori cui piacciono questi ingredienti fondati su una base di attendibili spiegazioni scientifiche ci sono tutti: c'è la bestia intrappolata nei ghiacci, c'è una concatenazioni di morti atroci ed inspiegabili, c'è un'antica maledizione per difendersi dalla quale gli abitanti del luogo fanno esorcismi, c'è il mistero di ciò che è accaduto decenni prima nella base artica dove si svolgono i fatti odierni e del perché una misteriosa sperimentazione sia stata abbandonata del tutto e poi secretata nei file top-secret, ci sono claustrofobici sotterranei.
Fatte le debite differenze, tuttavia, il romanzo è una ripetizione di altri già letti e non c'è nessuna originalità. Peraltro, i lettori di genere vogliono proprio questo: muoversi in un contesto che è loro familiare nel quale potere cogliere piccole differenze,.avendo a disposizione in altri termini uno scenario in cui il già noto e il conosciuto (e per alcuni versi prevedibile) si mescoli con quel tanto che basti di sorpresa e di novum atti a generare meraviglia e curiosità.
Ma, in ogni caso, anche questo romanzo - per quanto "seriale" è pur sempre una buona porta d'accesso per cominciare ad esplorare l'universo narrativo dei due scrittori statunitensi (che, per inciso, hanno la passione per l'Italia, dove – nel cuore dei colli senesi, risiedono per diversi mesi ogni anno).

Questa la sintesi della storia nel primo risguardo di copertina.

Doveva essere una spedizione di routine, quella dello scienziato Evan Marshall nel cuore dell'Alaska. Il ghiacciaio del Mount Fear, in lento ma inesorabile scioglimento, sembrava l'ideale per le sue ricerche sui cambiamenti climatici. Ma l'imponente montagna, che i nativi Tunit credono abitata da spiriti della natura vendicativi e intoccabili, riserva all'equipe di Marshall una sorpresa di tutt'altro genere: quando una grossa lastra di ghiaccio si stacca da un fianco, un enorme occhio giallo appare a fissarli. È una spaventosa creatura preistorica, quella che Marshall e i suoi hanno scoperto, un animale finora sconosciuto rimasto per millenni prigioniero dei ghiacci. Un ritrovamento senza precedenti, che accende immediatamente l'interesse del rapace network televisivo che finanzia le ricerche di Marshall. Ma quando, nel buio della notte artica, il corpo della bestia scompare, e intanto vengono ritrovati i cadaveri sventrati di tre membri della troupe, il monito dei nativi risuona finalmente in tutta la sua inascoltata e profetica saggezza: la montagna si è ribellata all'avidità degli uomini, risvegliando da un sonno senza tempo un mostro che doveva restare sepolto nelle sue profondità. E che è tornato per spargere terrore, uccidere e, forse, mettere in discussione per sempre le certezze più radicate.

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