"Maratona. Un ragazzo nella battaglia che ha cambiato la storia" di Geoffrey Trease (San Paolo Edizioni, 2003) è un piccolo libricino, semplice semplice, che si legge in un colpo solo e che racconta la storia di Filippo, un adolescente che, quasi per caso, si trova ad essere testimone della battaglia di Maratona, tra Ateniesi e Plateesi, da un lato, e i brulicanti Persiani nello schieramento contrapposto. Nella battaglia il cui esito - secondo alcuni studiosi - avrebbe cambiato il corso della storia - i Persiani vennero respinti, malgrado una loro schiacciante superiorità numerica.
Nel contesto della breve narrazione sono incastonate le vicende di Fidippide, l'emerodromo-messaggero, che prima venne inviato da Atene a Sparta per chiedere agli Spartani di intervenire al fianco degli Ateniesi (ma gli Spartani - fedeli alle loro tradizioni - rifiutarono perchè con la luna piena le loro attività guerresche venivano sospese per motivi connessi alla ritualità religiosa) e che, poi, tornato da Sparta ad Atene, senza prendere alcun riposo, si recò a Maratona con l'esercito ateniese. Da lì, al termine della battaglia (e gli Spartani, arrivando dopo una marcia forzata, poterono soltanto essere testimoni della grande vittoria di Milziade) venne inviato ad Atene per annunciare a tutti i suoi cittadini la sconfitta dei Persiani e qui, arrivando a destinazione, spirò. Fidippide mori di fatica, forse, ma non per il semplice sforzo dei 40 km corsi da Maratona ad Atene, ma per i quasi 500 km percorsi nei giorni precedenti per compiere il doppio tragitto - andata e ritorno - tra Atene e Sparta.
Fidippide, pertanto, fu a tutti gli effetti il primo ultramaratoneta della storia di cui si abbia socumentazione e, del resto, egli era specificatamente addestrato in tal senso: era, come si diceva prima, un soldato addestrato a correre per 24 ore (emerodromo, cioè "corridore per un giorno").
Ed è ormai noto a tutti che la maratona odierna è un'invenzione moderna creata da De Coubertin per riagganciarsi al sogno libertario di una Grecia liberata dagli invasori Persiani (la stessa distanza della maratona è un artefatto, poichè la distanza effettiva tra Maratona ed Atene è di circa 37 km).
Il piccolo volume, arricchito da numerose illustrazioni, è corredato da tre schede finali, una dedicata a Maratona (il luogo) e all'origine della maratona moderna, le altre due ai Giochi olimpici nell'antichità e all'origine dei Giochi olimpici moderni. Nel complesso, si tratta d'una lettura accativante e divulgativa che va bene anche per un pubblco adulto, desideroso di documentarsiin modi lievi e non impegnativi.
Piccola nota wikipediana
La battaglia di Maratona (settembre 490 a.C.) fu il momento culminante del primo tentativo del re Dario I di Persia volto alla conquista della Grecia e alla sua incorporazione nell'impero persiano. L'unione della Grecia all'impero persiano avrebbe reso sicura la porzione più debole del confine occidentale. La maggior parte delle informazioni che ci sono giunte sono tramandate da Erodoto, uno dei maggiori storiografi dell'antichità.
Fidippide, arrivato a destinazione, disse solo due parole "χαίρετε, νικῷμεν" ("siate felici, abbiamo vinto!") o, più semplicemente, "Νενικήκαμεν!" ("siamo vincitori") e poi cadde morto, stremato dalla fatica.
L'impresa di Fidippide, messaggero tra Atene e Sparta è invece raccontata da Pausania.
Nel contesto della breve narrazione sono incastonate le vicende di Fidippide, l'emerodromo-messaggero, che prima venne inviato da Atene a Sparta per chiedere agli Spartani di intervenire al fianco degli Ateniesi (ma gli Spartani - fedeli alle loro tradizioni - rifiutarono perchè con la luna piena le loro attività guerresche venivano sospese per motivi connessi alla ritualità religiosa) e che, poi, tornato da Sparta ad Atene, senza prendere alcun riposo, si recò a Maratona con l'esercito ateniese. Da lì, al termine della battaglia (e gli Spartani, arrivando dopo una marcia forzata, poterono soltanto essere testimoni della grande vittoria di Milziade) venne inviato ad Atene per annunciare a tutti i suoi cittadini la sconfitta dei Persiani e qui, arrivando a destinazione, spirò. Fidippide mori di fatica, forse, ma non per il semplice sforzo dei 40 km corsi da Maratona ad Atene, ma per i quasi 500 km percorsi nei giorni precedenti per compiere il doppio tragitto - andata e ritorno - tra Atene e Sparta.
Fidippide, pertanto, fu a tutti gli effetti il primo ultramaratoneta della storia di cui si abbia socumentazione e, del resto, egli era specificatamente addestrato in tal senso: era, come si diceva prima, un soldato addestrato a correre per 24 ore (emerodromo, cioè "corridore per un giorno").
Ed è ormai noto a tutti che la maratona odierna è un'invenzione moderna creata da De Coubertin per riagganciarsi al sogno libertario di una Grecia liberata dagli invasori Persiani (la stessa distanza della maratona è un artefatto, poichè la distanza effettiva tra Maratona ed Atene è di circa 37 km).
Il piccolo volume, arricchito da numerose illustrazioni, è corredato da tre schede finali, una dedicata a Maratona (il luogo) e all'origine della maratona moderna, le altre due ai Giochi olimpici nell'antichità e all'origine dei Giochi olimpici moderni. Nel complesso, si tratta d'una lettura accativante e divulgativa che va bene anche per un pubblco adulto, desideroso di documentarsiin modi lievi e non impegnativi.
Piccola nota wikipediana
La battaglia di Maratona (settembre 490 a.C.) fu il momento culminante del primo tentativo del re Dario I di Persia volto alla conquista della Grecia e alla sua incorporazione nell'impero persiano. L'unione della Grecia all'impero persiano avrebbe reso sicura la porzione più debole del confine occidentale. La maggior parte delle informazioni che ci sono giunte sono tramandate da Erodoto, uno dei maggiori storiografi dell'antichità.
Fidippide, arrivato a destinazione, disse solo due parole "χαίρετε, νικῷμεν" ("siate felici, abbiamo vinto!") o, più semplicemente, "Νενικήκαμεν!" ("siamo vincitori") e poi cadde morto, stremato dalla fatica.
L'impresa di Fidippide, messaggero tra Atene e Sparta è invece raccontata da Pausania.
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