venerdì 11 giugno 2010

In sogno, vinco una 100 km e nessuno se ne accorge...

L'altro giorno mi sentivo particolarmente stanco, quasi in coma.
E durante tutta la giornata mi chiedevo anche perchè, mentre mi trascinavo da una sedia ad un divano.
Le mie capacità di reazione ridotte, mi sentivo intorpidito, con i muscoli dolenti.

Poi, all'improvviso mi sono ricordato di un sogno delle notte prima che era questo:
Correvo una 100 km ed ero in testa alla corsa.
Tra me e gli avversari che mi seguivano si era creato un abisso.
letteralmente volavo sulla strada, proseguendo con vigore e sentendomi straordinariamente bene.
Sapete quando uno si sente invincibile e al di là della sofferenza e del dolore?
Ecco! Esattamente quello ero il mio stato mentale...
Man mano che mi avvicinavo al traguardo ero preso da una sensazione di incontenibile euforia.
E poi, eccolo!
Striscioni ed un grande arco gonfiabile giallo che senmbrano quasi risucchiarmi.
Li supero in volata, percorrendo gli ultimi metri su un tappeto di un rosso sgargiante.
Ma...
Quando ho finito di superarlo, nessuno sembra accorgersi di me.
Sembrano tutti immobili, come se per loro si fosse bloccato il tempo e tutti fossero rimasti immobili congelati in quell'attimo, tutti all'infuori di me.
E' come se fossi invisibile.
Nessuno fiata.Nessuno si muove.
Cerco di attirare l'attenzione di questo e di quello: ma le mie parole sono mute e senza suono.
Lo speaker, con il suo microfono in mano, è immobile, apparentemente intento - con un gruppetto di altri - in una conversazione siderata.
Penso che, a questo punto, la cosa migliore da farsi sia quella di tornare indietro per alcuni chilometri e ripercorrere tutta la strada, arrivando di nuovo al traguardo, sperando che - nel frattempo - qualcosa si sblocchi.

E così faccio: ripercorro quei chilometri all'indietro (non fraintendemi: non in retro-running! Questo sì che sarebbe stato un vero incubo!) e poi rifaccio il compito, per così dire.
Di nuovo arrivo al traguardo: e... Cosa accade, a questo punto?, direte voi.
Niente! Niente!
Non accade nulla di diverso!
Tutto si ripete identico a prima: anche questa volta, mi prende una sensazione di straniamento, come se il mondo fosse andato avanti solo per me, mentre tutti gli altri sono rimasti fermi in un tempo bloccato.

Ancora una volta decido di ripetere la tiritera: non vedo altre alternative.Comincio a chiedermi preoccupato se non sia per caso rimasto bloccato in qualche loop temporale e, d'ora innanzi, costeretto a ripetere all'infinito questo stesso segmento di vita.

Ma, a questo punto, all'improvviso, il mio vantaggio sul secondo svanisce. Il tempo comincia a girare vorticoso e - a quella che mi sembra - la velocità della luce vengo superato dal podista che, sino a poco prima, procedeva distaccato dietro di me e da altri.
Il traguardo: eccolo profilarsi davanti a me, alla fine del rettilineo, per la terza volta: questa volta tutti sono animati come se stessero vivendo in un velocissimo fastforward.
Una scena da comica finale si anima davanti ai meei occhi: un dopogara che si sviluppa che si sviluppa a velocità folle, orchestrata da un regista impazzito o beffardo.
Arrivo anche io al traguardo: ma anche questa volta non sono accolto, in alcun modo particolare.
Nessuno mostra di accorgersi di me.
Cerco di parlare con lo speaker per spiegargli ciò che è accaduto e per fargli capire l'incomprensibile e cioè che io sono già arrivato al traguardo, prima di adesso, non una, bensì due volte.
Un'impresa sovrumana la mia...
Si è verificato un grosso equivoco - dico - Io sono stato il vincitore.
Ma non ottengo nessun risultato...
Però, l'ebbrezza di vincere è stata davvero grande!

Sfido che poi, durante il giorno successivo al sogno, io mi sentissi così stanco!

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