giovedì 3 giugno 2010

L'estate della paura: un grande capolavoro di Dan Simmons

Dan Simmons è uno scrittore prolifico ed eclettico, più noto tuttavia ad un pubblico di lettori di nicchia. Rispetto a Stephen King è rimasto un po' in secondo piano, ma - a mio modo di vedere - è geniale e coltissimo.
"L'estate della paura" ho avuto di leggerlo molti anni fa, nell'edizione ormai introvabile di Interno Giallo.
Lo divorai, letteralmente, e - per pura coincidenza - proprio nell'arco di alcuni giorni in una torrida estate (nel 1994, se non ricordo male, con mio figlio appena nato). Appena pochi mesi prima avevo letto IT di Stephen King, anche lui un autore a cui ero pure approdato tardivamente (perchè, sino ad un certo punto, proprio perchè andava per la maggiore lo avevo considerato con un certo sospetto e quindi tenuto a distanza).
Ma la lettura di "Nel segno dello scorpione" - e subito dopo di IT - ebbe un effetto davvero fulminante e da allora non me ne persi più uno, facendo tra l'altro una corsa contro il tempo per mettermi in pari con gli arretrati.
Invece, il percorso che mi portò a Simmons fu diverso: in quegli anni, uno dei miei generi preferiti era ancora la science-fiction e di lui, arrivandoci attraverso una recensione in una rivista specializzata, ebbi modo di leggere una saga (Hyperion) in diversi volumi in cui si mescolavano, in un intreccio originale, temi della fantascienza, con intersezioni tra passato e futuro, e dell'horror. Fu quindi la volta d "Il canto di Kali", inquietante horror allo stato puro, cui segui "Danza macabra" (una rivisitazione del nazismo inquinato da sanguinari vampiri) e, quindi de "L'estate della paura", molto contiguo temporalmente a IT (stessa epoca storica, anni Sessanta), anche se ambientato in un altro stato (Illinois).
Trovai che, se "L'estate della paura"" di IT condivideva alcune tematiche, tra cui la storia di un gruppo adolescenziale, il percorso di formazione dei protagonisti colti nel transito dall'infanzia all'età adulta, con tutte le nostalgie e le irrequietudini che vi sono correlate, vi erano delle divergenze importanti nel senso che il tema della paura qui era trattato con uno stile molto più genuinamente lovecraftiano: l'antica maledizione, un essere mostruoso tenuto sotto controllo in modo precario, ma pronto a risorgere per avviare nuovi percorsi di un Male atroce e terrifico, il suo radicamento in antiche consuetudini sataniche importate dal Vecchio Mondo, la necessità di scavare in un passato lontano per capire gli accadimenti del presente.
In questo senso, il romanzo di Dan Simmons è costruito in uno stile molto più "europeo" e contiene delle raffinatezze letterarie che ne fanno un'opera assolutamente originale.
Viene ora riedito per i tipi di Gargoyle Books (già due successive edizioni, entrambe esaurite) in una trasduzione rinnovata e soprattutto integrale rispetto all'originale, corredato da un'accurata postfazione dello scrittore e saggista Riccardo D'Anna, tutta da leggere.
Delle sue parole, mi piace citare qui un breve passaggio, sulla sottile demarcazione tra "terrore" e "orrore" che illustra una della qualità del testo di Simmons e che lo rendono indubbiamente sofisticato rispetto ad un comune romanzo "horror": letteratura universale, più che di genere.
La demarcazione tra "orrore" e "terrore" è piuttosto sfumata nel testo: o meglio, il secondo rende possibile il primo. Simmons gioca su una scacchiera contenuta, per sua natura "allegorica" e "simbolica" (che è poi quella della cosa-senza-nome), riuscendo tuttavia a modulare con bravura una serie di varianti significative, abile, sin dalle primissime pagine, nel dosare il senso del presagio giustapponendo le percezioni che provengono dai diversi sensi (ib., p. 631).

Questa la presentazione del romanzo nel risguardo di copertina
Elm Haven, Illinois, 1960. È estate, la scuola è appena finita e 5 ragazzi di 12 anni stanno cementando un'amicizia che durerà tutta la vita e assaporando i primi, timidi corteggiamenti alle loro coetanee. Ma, fra i giochi in mezzo ai campi di grano assolati e le spensierate corse in bicicletta, qualcosa si nasconde in agguato. Una mostruosa entità senza tempo sta mietendo vittime fra i ragazzi della Old Central School, e gli adulti o rifiutano di capire quel che sta succedendo o sono essi stessi emissari di quel Male. Toccherà proprio a quei 5 amici indagare sulla natura di quell'incubo tremendo e affrontare il mostro, prima di finire anche loro preda della sua rapace avidità. E così Mike, Duane, Dale, Harlen e Kevin vivranno il loro passaggio all'età adulta lottando contro un arcano abominio che infesta le ore del buio...

Nota bio-bibliografica sull'autore

Dan Simmons nasce nel 1948 a Peoria, nell'Illinois. Nel 1971 si laurea in Pedagogia alla Washington University di St. Louis, poi si dedica per 18 anni all' insegnamento in scuole specializzate in programmi formativi per bambini superdotati. Nel 1982 pubblica il suo primo racconto, tre anni dopo il primo romanzo, "Song of Kali", che vince il World Fantasy Award!

Dal 1987 Simmons si dedica a tempo pieno alla scrittura, pubblicando oltre 20 romanzi e diverse antologie di raccconti.

Nella sua lunga, prolifica carriera ha collezionato un'infinità di premi letterari, vincendo un Hugo Award, due World Fantasy Award, un Theodore Sturgeon Memorial Award, otto Locus Award, vari British Fantasy and Sci-Fi Award e quattro Bram Stoker Award.

Simmons è uno scrittore di difficile collocazione all'interno delle etichette letterarie: uno dei pochi al mondo in grado di mescolare sapientemente insieme i generi più svariati (fantascienza, fantasy, horror, suspense, noir...).

I suoi romanzi horror più famosi, a parte "Danza Macabra" ("Carrion Comfort") e il già ricordatp "Il canto di Kali", sono "L'estate della paura" (ritenuto il suo capolavoro), "I figli della paura" ("Children of Night") e "L'inverno della paura". Per i suoi contributi all'attività dell'insegnamento, nel 1995 Dan Simmons ha ricevuto una laurea ad honorem dal Wabash College. Per la sua duplice attività di scrittore e giornalista è stato invece recentemente premiato con il National Phi Beta Kappa Award.

Il sito personale dell'autore è il seguente: www.dansimmons.com


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