Uno dei classici del romanzo gotico, finalmente sarà disponibile in Italia, grazie alla Gargoyle Books, che ha in programma la pubblicazione, nel corso del 2010 - anno in cui la casa editrice festeggia i suoi cinque anni di vita - della saga di Varney il Vampiro, il feuilleton che - nell’Inghilterra di metà Ottocento - consacrava la figura del nobile succhia-sangue come icona della nascente stampa popolare.
Infatti, a partire dal 1847 (anche se, secondo altri, a partire dal 1845, con la pubblicazione di una prima serie di dispense) le macabre avventure di Sir Francis Varney — scheletrico non morto a metà strada tra il byroniano Lord Rutven di John William Polidori e il Conte Dracula ideato da Bram Stoker — furono pubblicate dall'editore Lloyd a dispense settimanali, attirando per almeno due anni l'interesse di migliaia di persone e raggiungendo la ragguardevole meta di 220 capitoli per 870 pagine redatte in doppia colonna con un corpo di stampa piccolissimo.
Un’opera davvero colossale, attribuita in un primo tempo a Thomas Preskett Prest — autore londinese cui si deve il romanzo Sweeney Todd, the Demon Barber of Fleet Street (di recente traslato in film ad opera del poliedrico Tim Burton) - e condivisa più tardi con James Malcolm Rymer, ingegnere civile che arrotondava i suoi introiti scrivendo per Lloyd, probabilmente spartendosi a sua volta il lavoro con altri vari autori rimasti ignoti, al punto tale che non sono pochi coloro che sostengono che sia proprio Rymer il vero “inventore” di Varney: dimensioni tali che hanno fatto sì che un po' in tutto il mondo Varney the Vampire sia una delle opere più citate del genere, ma meno lette, in ambito vampirico, frenata in ciò da considerazioni di carattere prettamente economico., vista la sua imponenza.
Si trattava, infatti, di un’opera davvero monumentale che, nell’edizione originale, constava di circa 870 pagine stampate in colonna doppia.
Malgrado le sue manchevolezze, la saga di Varney the vampire si presenta come un insieme più o meno ben amalgamato di elementi che hanno dato origine ad alcuni temi e consuetudini narrative, ben riconoscibili al pubblico moderno.
Nel corso del 2010, Varney il Vampiro verrà presentato - si diceva - in edizione integrale, in tre volumi per un totale di circa 1500 pagine.
Un'opera davvero meritoria da parte della Gargoyle Books per gli amanti del genere, visto che Varney the vampire aveva visto la luce in edizione italiana in maniera assolutamente parcellare e frammentaria, con uno smilzo volumetto, presentato nel 1993 dalla Datanews, corredato di un'interessante prefazione di Fabio Giovannini, uno dei maggiori esperti di letteratura horror in genere e sui vampiri, in Italia.
Il libricino della Datanews appariva smilzo, di appena 87 pagine, inclusa la prefazione di Fabio Giovannini che ne ne occupava ben venti: quindi si trattava più che altro d'un semplice "assaggio" dell'opera originale per i gourmet del genere.
Per quanto brossurato e con il testo ridotto ai minimi termini, si trattò di un'edizione accurata, corredata com'era di alcune illustrazioni tratte dall'edizione originale o, comunque, di quell'epoca..
Scriveva Giovannini, per contestualizzare Varney the vampire davanti al lettore italiano
Ma tornando a Varney the vampire, il programma editoriale che la Gargoyle Books sta portando a compimento, riflette le esigenze di un pubblico di lettori che - per quanto di nicchia - si sta rivelando sempre più maturo ed esigente nelle sue scelte.
Queste le scadenze editoriali nella riprosta della saga di Varney.
A marzo, è prevista l’uscita del primo volume, con il sottotitolo Il banchetto di sangue (che è poi quello originale del romanzo: The feast of Blood), con l'introduzione di Carlo Pagetti, ordinario di Letteratura Inglese all'Università degli Studi di Milano storico ed esperto di letteratura fantastica; a luglio, uscirà il secondo volume dal titolo L'inafferrabile, introdotto Fabio Giovannini, che traccerà nelle sue note introduttive un excursus sulla figura del vampiro; il terzo volume, sottotilato "L'ombra del vesuvio", infine, sarà in libreria a novembre con il contributo di Mauro Boselli, l'ideatore di Dampyr, che nel suo commento traccerà l'evoluzione del vampiro nella letteratura popolare, dal penny dreadful al fumetto.
Si tratterà dunque di un recupero "colto" del feuilleton vampirico, antesignano della successiva produzione letteraria che consegna il tema del vampiro al grande pubblico, creando le premesse per una sua continuità sino ad oggi, visto che possedeva un fascino che "...resiste al tempo grazie all'incredibile modernità seriale del plot che anticipa temi come il contagio di massa e le società segrete che proteggono nell'ombra i non-morti" (dalla presentazione della saga da parte della casa editrice).
Aggiungiamo, per completezza, che i "penny dreadful" (ovvero,"spaventi - o terrori - al costo di un penny") nell'Inghilterra vittoriana, erano dei libri di bassissimo costo ( un penny, appunto) e dal contenuto in genere orrido, ma il più delle volte anche scadente. Fu un'espressione idiomatica analoga alla più recente parola pulp che, nella cultura americana degli anni '50 e '60, venne utilizzata per indicare prodotti editoriali nel campo del genere science-fiction e horror economicissimi (e, quindi, di bassa qualità e durata nel tempo), ma spesso firmati da autori che, in seguito, scoperti da un pubblico, più vasto e colto, avrebbero assunto grande rilevanza, divenendo essi stessi "cult".
La traduzione di questo kolossal vampirico è stata affidata a Chiara Vatteroni.
Infatti, a partire dal 1847 (anche se, secondo altri, a partire dal 1845, con la pubblicazione di una prima serie di dispense) le macabre avventure di Sir Francis Varney — scheletrico non morto a metà strada tra il byroniano Lord Rutven di John William Polidori e il Conte Dracula ideato da Bram Stoker — furono pubblicate dall'editore Lloyd a dispense settimanali, attirando per almeno due anni l'interesse di migliaia di persone e raggiungendo la ragguardevole meta di 220 capitoli per 870 pagine redatte in doppia colonna con un corpo di stampa piccolissimo.
Un’opera davvero colossale, attribuita in un primo tempo a Thomas Preskett Prest — autore londinese cui si deve il romanzo Sweeney Todd, the Demon Barber of Fleet Street (di recente traslato in film ad opera del poliedrico Tim Burton) - e condivisa più tardi con James Malcolm Rymer, ingegnere civile che arrotondava i suoi introiti scrivendo per Lloyd, probabilmente spartendosi a sua volta il lavoro con altri vari autori rimasti ignoti, al punto tale che non sono pochi coloro che sostengono che sia proprio Rymer il vero “inventore” di Varney: dimensioni tali che hanno fatto sì che un po' in tutto il mondo Varney the Vampire sia una delle opere più citate del genere, ma meno lette, in ambito vampirico, frenata in ciò da considerazioni di carattere prettamente economico., vista la sua imponenza.
Si trattava, infatti, di un’opera davvero monumentale che, nell’edizione originale, constava di circa 870 pagine stampate in colonna doppia.
Malgrado le sue manchevolezze, la saga di Varney the vampire si presenta come un insieme più o meno ben amalgamato di elementi che hanno dato origine ad alcuni temi e consuetudini narrative, ben riconoscibili al pubblico moderno.
Nel corso del 2010, Varney il Vampiro verrà presentato - si diceva - in edizione integrale, in tre volumi per un totale di circa 1500 pagine.
Un'opera davvero meritoria da parte della Gargoyle Books per gli amanti del genere, visto che Varney the vampire aveva visto la luce in edizione italiana in maniera assolutamente parcellare e frammentaria, con uno smilzo volumetto, presentato nel 1993 dalla Datanews, corredato di un'interessante prefazione di Fabio Giovannini, uno dei maggiori esperti di letteratura horror in genere e sui vampiri, in Italia.
Il libricino della Datanews appariva smilzo, di appena 87 pagine, inclusa la prefazione di Fabio Giovannini che ne ne occupava ben venti: quindi si trattava più che altro d'un semplice "assaggio" dell'opera originale per i gourmet del genere.
Per quanto brossurato e con il testo ridotto ai minimi termini, si trattò di un'edizione accurata, corredata com'era di alcune illustrazioni tratte dall'edizione originale o, comunque, di quell'epoca..
Scriveva Giovannini, per contestualizzare Varney the vampire davanti al lettore italiano
Il 1847 è stato un anno importante per la cultura del vampiro, questo filone sotterranneo insinuato nella letteratura e nel cinema, nell'arte e nei diversi media, che sembra riaffacciarsi prepotentemente nella nostra fine di secolo.Quello della Datanews era un semplice ripescaggio "antologico", indubbiamente lodevole, scaturente soprattutto dall'onda lunga dell'interesse germogliato nel pubblico (e immediatamente "cavalcato" dallle scelte editoriali) nei confronti della letteratura fantastica in genere e di alcuni suoi autori-cardine che erano stati illuminati e trattati come oggetto di interesse cult da Jorge L. Borges, da Silvina Ocampo e da Adolfo Bioy Casares nella loro Antologia della letteratura fantastica.
Nel 1847 nasce a Dublino Bram Stoker, l'uomo che scriverà anni dopo il romanzo Dracula. E del 1947 è la pubblicazione delle avventure di Varney il vampiro, un personaggio che di Dracula è considerato a buon diritto il vero antenato e che appariva come protagonista centrale di quello che può essere considerato il primo romanzo inglese dedicato al vampiro.
Verso la fine degli anni '30 tre amici di Buenos Aires - Jorge Luis Borges, Adolfo Bioy Casares e sua moglie Silvina Ocampo - decidono di inventare una sorta di personalissima antologia dei propri autori preferiti. Nasce così, nel 1940, l'"Antologia della letteratura fantastica", una silloge di settantacinque racconti fantastici: da Niu Sengru a Martin Buber, da Lewis Carroll a Cocteau, da Chesterton a Joyce, da Kafka a Kipling. Naturalmente, il "fantastico" va inteso in senso borgesiano: una letteratura segnata dall'immaginario e da un nuovo modo di rappresentare la realtà, che determina una rottura con la tradizione realista in voga negli anni Trenta, e che nulla ha a che vedere con il genere "gotico".Tale antologia diede uno spunto decisivo nel rendere "lecita" e culturalmente valido l'interesse verso autori prima considerati esclusivamente di genere.Cambiando genere, il successo e l'interesse (con relative aperture culturali, per quanto inizialmente mosse dalla "moda") determinati dalla raccolta di racconti fantastici furono pari a quelli suscitati dalla famosa antologia curata da Fruttero e Lucentini, Le meraviglie del possibile. Antologia della fantascienza che, in Italia, consentì di sdoganare nel territorio dell'editoria di serie A, opere che prima erano considerate "non degne", in quanto troppo legate ad un "genere" al quale non si riconosceva alcun valore letterario.
Ma tornando a Varney the vampire, il programma editoriale che la Gargoyle Books sta portando a compimento, riflette le esigenze di un pubblico di lettori che - per quanto di nicchia - si sta rivelando sempre più maturo ed esigente nelle sue scelte.
Queste le scadenze editoriali nella riprosta della saga di Varney.
A marzo, è prevista l’uscita del primo volume, con il sottotitolo Il banchetto di sangue (che è poi quello originale del romanzo: The feast of Blood), con l'introduzione di Carlo Pagetti, ordinario di Letteratura Inglese all'Università degli Studi di Milano storico ed esperto di letteratura fantastica; a luglio, uscirà il secondo volume dal titolo L'inafferrabile, introdotto Fabio Giovannini, che traccerà nelle sue note introduttive un excursus sulla figura del vampiro; il terzo volume, sottotilato "L'ombra del vesuvio", infine, sarà in libreria a novembre con il contributo di Mauro Boselli, l'ideatore di Dampyr, che nel suo commento traccerà l'evoluzione del vampiro nella letteratura popolare, dal penny dreadful al fumetto.
Si tratterà dunque di un recupero "colto" del feuilleton vampirico, antesignano della successiva produzione letteraria che consegna il tema del vampiro al grande pubblico, creando le premesse per una sua continuità sino ad oggi, visto che possedeva un fascino che "...resiste al tempo grazie all'incredibile modernità seriale del plot che anticipa temi come il contagio di massa e le società segrete che proteggono nell'ombra i non-morti" (dalla presentazione della saga da parte della casa editrice).
Aggiungiamo, per completezza, che i "penny dreadful" (ovvero,"spaventi - o terrori - al costo di un penny") nell'Inghilterra vittoriana, erano dei libri di bassissimo costo ( un penny, appunto) e dal contenuto in genere orrido, ma il più delle volte anche scadente. Fu un'espressione idiomatica analoga alla più recente parola pulp che, nella cultura americana degli anni '50 e '60, venne utilizzata per indicare prodotti editoriali nel campo del genere science-fiction e horror economicissimi (e, quindi, di bassa qualità e durata nel tempo), ma spesso firmati da autori che, in seguito, scoperti da un pubblico, più vasto e colto, avrebbero assunto grande rilevanza, divenendo essi stessi "cult".
La traduzione di questo kolossal vampirico è stata affidata a Chiara Vatteroni.
Alice Ferretti, mia amica in Facebook, ha scritto questo bel racconto ispirata da Varney the vampire:
RispondiEliminaFin da piccolina, diciamo dagli otto anni in su, ho sempre avuto il desiderio di mordere le dita di tutte le persone che incontravo. I miei compagni, anche per i miei dentini un po’ stortarelli, mi chiamavano draculina.
I dentini, grazie alle nuove apparecchiature dentistiche ben presto furono messi nell’ordine giusto, ma il mio spirito draculino si manifestò per lunghi anni ogni qualvolta che qualche tenero ed immobile dito si protendeva dinnanzi alla mia boccuccia.
Inizialemte era assai difficile spiegare alla giovane signora, che saldamente si teneva alla maniglia dell’autobus, che la mia “passione” era innocua, che non avevo mai menomato irrimediabilmente nessuno.
Quel che mi impressionava era l’urlo acuto ed improvviso al mio sigillare con forza i denti nel suo polpastrello.
Sono trascorsi gli anni, gli episodi da raccontare potrebbero sommarsi in un polimero infinito…ma tralascio le comiche o tragiche situazioni in cui si trovarono i miei dentini.... ... See More
Il desiderio, forte ed intenso, permane in me tuttora ma la ragionevolezza ha preso il sopravvento e piano piano, tra un piatto di tagliatelle ed un bicchiere di vino rosso non ho morso più nessuno... fino a quando, circa un mese fa, incontrai casualmente un signore di mezza età.
Era seduto nella sala di attesa dove si fanno i prelievi di sangue. Era intento a leggersi un libro, molto assorto ed impegnato non si era accorto che ero seduta vicino a lui. Una mano sorreggeva il libro, l’altra era abbandonata sulla spalliera della sedia. Fu un attimo. Mi chinai velocemente e strinsi forte, forte i denti.
Da quel giorno ho evitato di avvicinarmi a qualsiasi uomo che avesse un libro in mano e che lo stesse attentamente leggendo.
E' una bellissima storia draculesca, una storia istantanea ma intensa... Suppongo che a questo punto in presenza di Alice possa essere opportuno evitare di leggere qualsiasi libro allo scopo di preservare la buona salute e la compattezza delle nostre dita...
RispondiEliminaThoughtful blog thanks for posting.
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