Vanessa Duriès, anche conosciuta come Katia Lamara, è un scrittrice francese, precocemente scomparsa (1972 - 13 décembre 1993). In particolare è autrice di un una sorta di “diario” o monologo sado-maso che, pubblicato nel 1993 con il titolo “Le lien”, è una confessione romanzata della sua sottomissione volontaria (per amore) ad un “dominatore” (Laika, nel piccolo libro, è il nome “pubblico” della narratrice e Pierre quello del suo padrone-dominatore e “maestro).
La pubblicazione del romanzo della Duriès suscitò in Francia qualche scalpore in ragione della giovanissima età della sua autrice, ma anche del suo candore sia nel raccontare anche di cose estremamente scabrose sia nell’esibirsi pubblicamente in alcune trasmissioni su di lei e sul Sado-Maso, mandate in onda da alcune grandi reti televisive nazionali francesi.
Ad accrescere lo “scandalo” e l’imbarazzo generale, vennero pubblicate nel numero di maggio 1993 di “Penthouse” (edizione francese) un’intervista a Vanessa corredata di numerose foto in tenuta da “schiava”. Quando il suo caso venne alle luci della ribalta, Vanessa Duriès venne definitivamente allontanata dalla sua famiglia che non accettò in alcun modo le sue scelte e gli ambienti nei quali si muoveva. La sua morte sopraggiunse improvvisamente, in un incidente d’auto, il 13 dicembre 1993, lungo una strada del Sud della Francia, all’età di 21 anni. Fu proprio questa morte prematura a farla diventare rapidamente un’autentica icona negli ambienti SM.
Poco dopo la sua morte vennero pubblicati i primi capitoli di un secondo romanzo, rimasto incompiuto, cui Vanessa stava lavorando, L’étudiante.
Il suo racconto non è semplicemente un’esposizione di alcune pratiche erotiche estreme (se così fosse la sua lettura sarebbe unicamente morbosa) ma è un’esposizione accurata (ed attendibile) delle caratteristiche del legame che connette in modi inestricabili una “schiava” con il suo “padrone” e della filosofia che vi è sottesa.
Per alcuni aspetti il Sado-Maso diventa un gioco erotico fatto di mosse e contromosse, ma è pur sempre un gioco, nel senso che è limitato da regole che, preventivamente, impongono dei limiti che non devono essere superati.
Un gioco che, per quanto estremo, ha dei risvolti raffinati con pratiche volte a potenziare il livello psicologico ed emozionale della relazione. In questo senso il SM non ha nulla a che a vedere con il sadismo e il masochismo intesi come categorie psicopatologiche (un tempo definite come “parafilie”), né tanto meno con il masochismo morale ( il bisogno di asservimento ed umiliazione) e con l’algolagnia (la ricerca del dolore come fonte di piacere).
Il fulcro attorno cui ruotano le relazioni SM, con tutte le relative ritualità ed effetti “speciali” (il dungeon, le cinture di castità ed una serie di svariati e fantasiosi attrezzi) è quello del gioco sottile e continuamente mutevole tra sottomissione e dominio, come acutamente mostra Vanessa Duriès nel suo scritto.
Il piccolo libro della Duriès che, in questi giorni esce in edizione italiana per i tipi della Aliberti, in poco più di 120 pagine illustra tutto questo. E’ suddiviso in una serie di brevi capitoli che letti in sequenza possono apparire come un percorso di “formazione” alla sottomissione, attraverso una serie di prove successive, ma che nello stesso tempo – se letti in ordine sparso - offrono al lettore una serie di tematiche del sado-maso
La pubblicazione del romanzo della Duriès suscitò in Francia qualche scalpore in ragione della giovanissima età della sua autrice, ma anche del suo candore sia nel raccontare anche di cose estremamente scabrose sia nell’esibirsi pubblicamente in alcune trasmissioni su di lei e sul Sado-Maso, mandate in onda da alcune grandi reti televisive nazionali francesi.
Ad accrescere lo “scandalo” e l’imbarazzo generale, vennero pubblicate nel numero di maggio 1993 di “Penthouse” (edizione francese) un’intervista a Vanessa corredata di numerose foto in tenuta da “schiava”. Quando il suo caso venne alle luci della ribalta, Vanessa Duriès venne definitivamente allontanata dalla sua famiglia che non accettò in alcun modo le sue scelte e gli ambienti nei quali si muoveva. La sua morte sopraggiunse improvvisamente, in un incidente d’auto, il 13 dicembre 1993, lungo una strada del Sud della Francia, all’età di 21 anni. Fu proprio questa morte prematura a farla diventare rapidamente un’autentica icona negli ambienti SM.
Poco dopo la sua morte vennero pubblicati i primi capitoli di un secondo romanzo, rimasto incompiuto, cui Vanessa stava lavorando, L’étudiante.
Il suo racconto non è semplicemente un’esposizione di alcune pratiche erotiche estreme (se così fosse la sua lettura sarebbe unicamente morbosa) ma è un’esposizione accurata (ed attendibile) delle caratteristiche del legame che connette in modi inestricabili una “schiava” con il suo “padrone” e della filosofia che vi è sottesa.
Per alcuni aspetti il Sado-Maso diventa un gioco erotico fatto di mosse e contromosse, ma è pur sempre un gioco, nel senso che è limitato da regole che, preventivamente, impongono dei limiti che non devono essere superati.
Un gioco che, per quanto estremo, ha dei risvolti raffinati con pratiche volte a potenziare il livello psicologico ed emozionale della relazione. In questo senso il SM non ha nulla a che a vedere con il sadismo e il masochismo intesi come categorie psicopatologiche (un tempo definite come “parafilie”), né tanto meno con il masochismo morale ( il bisogno di asservimento ed umiliazione) e con l’algolagnia (la ricerca del dolore come fonte di piacere).
Il fulcro attorno cui ruotano le relazioni SM, con tutte le relative ritualità ed effetti “speciali” (il dungeon, le cinture di castità ed una serie di svariati e fantasiosi attrezzi) è quello del gioco sottile e continuamente mutevole tra sottomissione e dominio, come acutamente mostra Vanessa Duriès nel suo scritto.
Il gioco delle relazioni tra il Padrone e sua schiava è sottile e delicato. Le schiave devono sapere indicare ai Padroni i limiti da non superare. L’autorità assoluta è un sapiente gioco di equilibrio, il più piccolo passo falso rompe l’armonia, oltre a fare a pezzi la considerazione che uno ha dell’altro. Ogni essere umano ha i suoi limiti e la schiava ha i suoi. Nessun Padrone può andare al di là di quelli accettati, moralmente o fisicamente, dalla sua schiava. Ogni deroga a questa regola può rivelarsi mortale (p.25)Ma è anche vero che, in questo gioco sottile di ritualità, mosse e contromosse, si crea un paradosso, acutamente descritto dalla Duriès
“…il Padrone non è mai ciò che si crede. Il Padrone vive in uno stato di totale dipendenza dalla sua schiava. In realtà è schiavo della sua stessa schiava, della sua accettazione a subire le sevizie che lo eccitano. Dopo aver compreso questa realtà paradossale non c’è più vergogna a essere schiava. Al contrario, per il gioco sottile dei rapporti di forza, la schiava può rivelarsi colei che esercita il vero potere all’interno della relazione sado-masochistica (p. 28, corsivo mio)In tutta la sua narrazione, Vanesa Duriès tende a sottolineare che esistono nel sado-maso due mondi che occasionalmente vengono a contatto: uno è quello sofisticato e rarefatto che lei descrive (e che potrebbe essere bene rappresentato dalle foto di Helmut Newton), l’altro è quello del sado-maso commerciale e mercenario che è una pura speculazione sulle perversioni altrui, ma che non ha nulla che vedere con uno stile di vita improntato al rigore delle proprie scelte proprio di una élite molto ristretta. Il “vero” cultore del sado-maso considera i rappresentanti di questa seconda realtà “non degni”.
Il piccolo libro della Duriès che, in questi giorni esce in edizione italiana per i tipi della Aliberti, in poco più di 120 pagine illustra tutto questo. E’ suddiviso in una serie di brevi capitoli che letti in sequenza possono apparire come un percorso di “formazione” alla sottomissione, attraverso una serie di prove successive, ma che nello stesso tempo – se letti in ordine sparso - offrono al lettore una serie di tematiche del sado-maso
Dalla scheda di IBS
Novella "O", Vanessa Duriès è un'icona del sadomaso, sia per essere l'autrice de Il legame, libro culto della letteratura erotica osannato dalla critica e tradotto in una decina di paesi, sia per la sua tragica scomparsa a soli ventun anni.
La sua morte prematura ha contribuito a renderla un personaggio leggendario. Racconto sconcertante di passione e di dolore, Il legame narra l'amore paradossale di Vanessa Duriès per Pierre, il suo primo amante che l'ha iniziata alla sottomissione e alle pratiche del BDSM (Bondage-SadoMaso). Introdotta sin dalla sua prima esperienza sessuale nel cuore di un universo erotico estremo, Vanessa Duriès analizza perfettamente il legame che unisce, nella sofferenza e nell'umiliazione, la schiava al suo padrone. Ciò che può apparire scioccante nelle sedute di dominazione diviene, per Vanessa, una naturale e indiscutibile prova della sua passione amorosa.
Scrive Ornella Fulco, mia amica in Facebook:
RispondiEliminaArgomento... spinoso! I "giochi di potere" non mi sono mai piaciuti, in qualsiasi ambito... Sarò "normale", doc? ;-)
Assolutamente normale, Ornella!
RispondiEliminaTuttavia, il Sadomaso è un "modello" relazionale molto interessante, perchè - in modo estremo e fortemente ritualizzato - si fonda proprio su quei ruoli di sottomissione/dominazione che si sviluppano comunemente tra molte persone, nell'ambito della loro relazione.
Solo che questi ultimi, pur privi di tutto l'apparato scenico del SM, sono spesso - purtroppo - dei giochi al massacro, poichè avvengono senza regole, mentre invece il SM - così come viene descritto dalla Duriès - comporta la consapevolezza e la volontà reciproca del gioco, comprese quelle regole che impongano l'arresto quando ci si avvicina al limite che un individuo in tale contesto non si sente di superare.
ho comprato il libro sabato, e lo sto leggendo. mi sta piacendo molto, è una descrizione attenta delle emozioni e sensazioni che guidano chi fa parte del mondo del SM, che non è solo oggetti ed ambientazioni, ma molto più un modello di rapporto.
RispondiEliminala percezione più forte in questo racconto è il piacere di accettarsi come si è, con luci ed ombre, ed anzi vivendo le proprie pulsioni e condividendole con coloro che sentono allo stesso modo, con chi ha elevato il proprio livello di consapevolezza, quali che siano tali pulsioni, luci che illuminano noi stessi quando finalmente ci amiamo per ciò che siamo.
Il sadomaso, per brevità etichettato come SM, è un ambito ancora poco conosciuto ed esplorato nel nostro paese. Una cosa sicura è che su di esso gravano ancora un cumulo di pregiudizi e luoghi comuni duri a morire.
RispondiEliminaAl di fuori dei giudizi o pregiudizi etico morali, o di sovrastrutture culturali imposteci dal nostro sistema sociale, si può solo affermare con certezza che il SM può essere una possibile (non dico auspicabile) "strana" forma espressiva di concepire una relazione tra due partner.
Nel SM esiste un corpo di regole cui attenersi con scrupolosità, esiste in forma paradossale il rispetto per l'altra persona, esiste il rispetto delle altrui fantasie e "libertà". E questo è un dettaglio sorprendente, uno di quelli che mi ha spinto ad analizzare il fenomeno, sebbene più da un punto di vista feticistico che globale.
Non si parla solo di gusti e preferenze sessuali, si argomenta anche di risvolti profondi ed oscuri della nostra multiforme personalità.
Una dimensione che merita di essere conosciuta ed approfondita nelle sue diverse espressioni, se non per sposarne la filosofia almeno per comprenderne l'intima ragione.
In ogni persona esiste un angolo di psiche sadomaso, accettarla e comprenderne i reconditi meccanismi è davvero una bella sfida.
Doctor Retifist
Blog sul feticimo come forma di libera espressione culturale ed artistica in ambito erotico sessuale:
http://doctorretifist.splinder.com
questo breve scritto mi offre in parte la risposta che vado cercando,ma non del tutto.se il rapporto tra padrona schiavo può essere considerato una "strana"forma espressiva di concepire una relazione tra un uomo e una donna,allora non è un errore provare un emozione simile all'innamoramento verso la padrona da parte dello schiavo(io)?anche la padrona"ama"(a modo suo)lo schiavo?e una tale relazione può essere felice?durevole?quante domande dentro la mia testaccia....!grazie.filippo.
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