martedì 17 febbraio 2009

E se il ministro giapponese non si fosse "stimolato" a sufficienza?

Ha fatto scalpore la performance di basso profilo del ministro delle Finanze giapponese nel corso di un'importante conferenza stampa durante il G7, nella quale aveva a fianco il governatore della Banca del Giappone (BoJ) Masaaki Shirakawa. Shoichi Nakagawa ha smentito, dicendo che è tutta colpa di alcune medicine prese contro il raffreddore ("Ho il raffreddore e sinceramente le medicine sono state troppo forti"), ma pochi gli credono, visti anche i suoi precedenti.
Da ieri, le emittenti nipponiche trasmettono in continuazione le immagini di Nakagawa, 55 anni, conosciuto per la sua propensione al bere, mentre risponde con grosse difficoltà ai giornalisti giapponesi: la bocca impastata, lo sguardo perso nel vuoto e più volte colto dalle spietate telecamere in uno stato assopito e di caduta della vigilanza. Ovviamente, queste stesse riprese del primo ministro che dorme davanti alle telecamere o che farfuglia forse perchè ubriaco o sotto l'effetto di droghe stanno facendo il giro del mondo e sono anche presenti, a profusione, in internet.
Al di là delle conseguenze personali e politiche che avrà questa caduta di tono del personaggio politico, sii mpone una riflessione che riguarda tutti i personaggi pubblici e in particolari i politici di primo piano che ricoprono alte cariche.
Sono dei personaggi pubblici (su questo non ci piove) e la loro vita si svolge tutta sotto una lente d'ingrandimento. Presi come sono dal vortice degli impegni di partito, elettorali, legati alle cariche che rivestono, c'è da chiedersi quando mai abbiano il tempo per riposarsi o per curarsi, quando stanno male.
C'è da sorprendersi, semmai, dell'alto livello performativo che essi mettono in mostra: sono sempre brillanti, all'altezza delle situazioni, vigili, attenti. Non abbassano mai la guardia. Non si comportano come persone comuni che hanno i loro momenti di stanca e delle inevitabili defaillance.
Sono quasi dei superman.
C'è da chiedersi da dove attingano queste inesauribili riserve di energia, da dove si origina il loro tono adrenalico sempre vivace.
Ovviamente, non posso pronunciarmi in alcun modo.
Quel che è certo è che i politici, in genere, sono del tutto allineati con i valori della società contemporanea che privilegia in modo assoluto più che la dimensione edonistica, quella "performativa" (cioè un'accezione del vivere che dà il massimo valore alla performance, ovvero alla "prestazione") e che, nel perseguire il massimo dell'efficienza e della brillantenza per potere essere sempre in situazione, per poter "stare in campana" - come si dice - non disdegna il ricorso a stampelle chimico-farmaceutico (nell'ambito delle sostanze stimolanti).
Nel caso dello sventurato ministro giapponese, ribaltando la sin troppo facile i(ed invalidante) nterpretazione che è stata subito addotta per spiegare la sua performance di basso livello, si potrebbe dire che forse egli sia stato stato "umano, troppo umano" e che non si sia "stimolato" a sufficienza, avendo soltanto cercato di curarsi senza prevedere le conseguenze di effetti indesiderati ed esiziali dei farmaci che aveva assunto. Quindi, si sarebbe trattato di mancanza di avvedutezza o sottovalutazione di alcune conseguenze farmacologiche.
Forse, qualcun altro più accorto, si sarebbe curato egualmente, ma informatosi degli effetti collaterali ed indesiderati dei farmaci. si sarebbe premurato di assumere degli antidoti (sempre chimici, si intende) oppure avrebbe evitato di curarsi e cercato piuttosto di "tenersi su", rimandando a tempi migliori e non inopportuni l'eventuale cura del transitorio malessere.
Facendo una considerazione che è innanzitutto umana, prima ancora che clinica, io tenderei ad escludere che il corteo sintomatologico esibito dal ministro giapponese fosse dovuto ad ubriachezza.
Innanzitutto, perchè credo che qualsiasi uomo politico assennato non correrebbe mai il rischio di presentarsi in una situazione pubblica "di vetrina" tanto delicata sotto l'effetto di pesanti dosi di alcol o altre droghe, perchè ciò equivarrebbe a portare a compimento un vero e proprio suicidio politico.
In secondo luogo, perchè la semeiologia esibita sembrerebbe corrispondere ad una condizione di incoercibile sonnolenza e la spiegazione fornita dall'interessato per spiegarcene l'origine potrebbe essere convincente.
C'è da chiedersi, comunque, perchè sia nell'un caso che nell'altro, il ministro giapponese abbia affrontato il confronto pubblico, anzichè fare prudentemente un passo indietro; o perchè non abbia fatto ricorso ad una "cassetta di pronto soccorso farmacologico", efficace nel mantenere lontana la sonnolenza, e che, sicuramente, per personaggi che si muovono a questi livelli è sempre disponibile.

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