venerdì 6 febbraio 2009

Blog-mania, ovvero "To post or not to post, that's the question!"


Internet, i siti web, i giornali online (e ancora di più quelli che non hanno un loro corrispettivo cartaceo) hanno stravolto radicalmente le regole della comunicazione mediatica, nel senso di "liberalizzarla" definitivamente, affrancandola dal controllo rigido ed esclusivo delle testate giornalistiche di carta.
Oggi chiunque voglia farlo può liberamente interagire con le notizie diffuse da altri e può diffondere le proprie, nel modo e con il taglio che più gli aggrada. E, se vuole, con intraprendenza e con mezzi d'investimento relativamente piccoli, può dare vita anche ad una propria testata giornalistica online.
Questa la premessa.
Un cambiamento ancora più determinante è stato introdotto nel mondo della comunicazione multi-mediatica dalla nascita dei blog, come del resto "facebook" (ovvero la moda emergente del "social network"), oggi, potrebbe rappresentare il superamento (o anche un'integrazione) al mondo dei blog.
Com'è noto, nel gergo di internet, un blog è originariamente un "diario in rete" o, meglio, nascendo il termine dalla contrazione di web-log, "traccia su rete".
Molto in sintesi (rimandando per approfondimenti alla specifica voce esistente su "wikipedia"), il fenomeno ha iniziato a prendere piede nel 1997 in America e, in particolare, il 18 luglio 1997 è stato scelto come data di nascita simbolica del blog, riferendosi allo sviluppo e al varo sperimentale, da parte dello statunitense Dave Winer del software che ne permette la pubblicazione (e ancora, per questa fase, si parla di proto-blog), mentre il primo blog è stato effettivamente pubblicato il 23 dicembre dello stesso anno, grazie a Jorn Barger, un commerciante americano appassionato di caccia, che decise di aprire una propria pagina personale per condividere i risultati delle sue ricerche sul web riguardo al suo hobby.
Nel 2001 è divenuto di moda anche in Italia, con la nascita dei primi servizi gratuiti dedicati alla gestione di blog.
Oggigiorno, è veramente raro trovare qualcuno che non abbia un suo blog.
Avere un blog è diventato una moda, in alcuni casi una vera mania.
Anche perchè se tu hai un blog lo devi alimentare di continuo per renderlo interessante e "movimentato", magari in alcuni casi facendo anche operazioni "furbette" per incrementare gli accessi, come ad esempio quella di includere nei propri testi alcune parole-chiave che, nei motori di ricerca, sono introdotte più di altre.


Benchè l'accezione originaria della parola "blog" sia quella di ""traccia" o "diario nella rete", la possibilità di pubblicare i propri blog ha facilitato lo sviluppo d'un vero e proprio fenomeno di tendenza molto sfaccettato, con un loro utilizzo variegato e piegato a funzionalità comunicative diversificate.
A mio avviso, è possibile riconoscere diverse tipologie di blog.
Vediamole.
  • I blog che vengono sviluppati quasi fossero una versione "povera" e di facile manuntezione di un sito web;
  • I blog che vengono creati per dare visibilità alla "passione" dominante o all'hobby di chi dà loro vita. In questo senso, si tratta di blog "monografici". Per esempio, io potrei avere la passione dei dinosauri o sugli ornitorinchi e voler creare un mio blog nel quale vado riversando tutto quello che so di essi, tutto quello che vado apprendendo su di essi, i miei pensieri e le mie riflessioni su di essi, creando attorno a me - attraverso l rete - una comunità di seguaci (cioè di persone che, con me, condividono la stessa passione) anche se, oggi, questa finalità è assolta meglio con Facebook.
  • I blog "diaristici", cioè quei blog utilizzati effettivamente come "diario" (nel senso originario e genuino della tradizione diaristica), dove l'autore con frequenza variabile riversa i suoi pensieri, le sue rilessioni, parla di ciò che gli piace in genere, sempre con un taglio fortemente soggettivo, rendendosi così "visibile" nella rete.
  • I blog caratterizzati, invece, da un forte impegno civile, di denuncia delle ingiustizie sociali, delle menzogne e mistificazioni della politica.
  • I blog delle "conventicole" culturali o d'élite che, attraverso di essi, pretendono di sviluppare un proprio punto di vista sul mondo e sui suoi accadimenti con un taglio, a volte, fortemente permeato di pregiudizi e di spocchie culturali che finiscono con lo scadere in forme opinionistiche d'accatto.
In alcuni casi i blog hanno una forte valenza culturale e di impegno sociale e civile.
Possono rappresentare, a ben guardare, una vera e propria tribuna, dalla quale chiunque voglia può portare avanti un proprio discorso dalle valenze culturali forti e dotato di una propria coerenza, denunciando l'insipienza dei politici e le loro ipocrisie.
Molti uomini di cultura, scrittori e giornalisti, attivano e coltivano il proprio blog proprio con questa finalità. Non avendo spazio alcuno per diffondere le proprie idee lo fanno affidandosi a questo mezzo.
In un certo senso, il blog diventa il veicolo delll migliore tradizione libertaria nel proporre e riproporre instancabilmente la necessità quasi ontologica del rispetto della "freedom of speech", in un'epoca in cui la grande stampa cartacea è imbavagliata e i politici parlano senza alcuna sincerità.
Questo tipo di blog assolve alla funzione di un vero e proprio "speaker's corner" mediatico.
Conosco diversi blog che hanno queste caratteristiche ed è veramente un piacere seguirli ed interagire con essi.
Già, quella dell'interattività è un'altra caratteristica dei blog!
Chi legge i diversi post, può inserire un proprio commento e, a volte, la successione delle diverse notazioni crea le premesse per l'attivzione di una piccola comunità online di cittadini che su alcune questioni la pensano allo stesso modo.
In alcuni casi, tuttavia, il blog può diventare una "cattiva" tribuna e qua ricadiamo nell'ultima delle tipologie che ho provato a delineare prima.
Si tratta di blog che spesso, mascherati da veicolo di "cultura", promuovuono un'autentica "pseudo-cultura" (e scusatemi il bisticcio linguistico un po' ardito, ma è per rendere l'idea), animando la conventicola/clan/gruppo esclusivo che si sente d'élite forme larvata di intolleranza e narcisismo autoreferenziale.
Si attiva, in questi casi, una comunità di lettori e "commentatori" che traggono identità dal fatto di partecipare al blog con commenti che a volte sono pretestuosi, altre volte intolleranti, altre volte superbi.
Si creano attraverso gli scambi di brevi frasi situazioni da "conventicola" e da "gruppo" che si sente esclusivo, "eletto", "illuminato", ma l'operazione che va avanti non è la promozione di una "vera" cultura di ampio respiro, ma un'accozzaglia di giudizi rozzi, spocchiosi e spesso tagliati a colpa d'accetta.
Per esempio, l'altro giorno, mi sono imbattutto in un post, il cui testo scarno così recitava
"Proviamo a fare un gioco. Quali sono, secondo voi, i romanzi più sopravvalutati? Bastano due titoli. Per aprire le danze (e le polemiche) dico subito la mia: 'Il giovane Holden' di J. D. Salinger e 'La strada' Cormac McCarthy (e questa per gli affezionati di questo blog non è una sorpresa."
Bene il post, gettonatissimo, ha suscitato una ridda di commenti, in cui ciascuno - senza nemmeno provarsi a spiegare cosa fosse per lui il significato di "sopravvalutato" ha buttato nel cestino 3/4 abbondanti della letteratura mondiale ed italiana, compresa la Bibbia ed altri indiscussi classici del sapere umano. Un vero è proprio "jeu de massacre", autoreferenziale e protervo, che non credo possa contribuire in alcun modo alla crescita culturale dei frequentatori del blog, se non ad alimentare la convinzione (visto che alcuni dei frequentatori di esso sono degli scrittori emergenti) sul fatto che "Noi siamo i migliori del mondo".
Un'operazone discutibile anche perchè chi è intervenuto dall'esterno con osservazioni che invitavano alla moderazione è stato stroncato con commenti salaci e di cattivo gusto.
Ritengo che questo uso del blog - a differenza di quelli che cercano di promuovere la libertà della cultura ed alimentare con energie positive le coscienze civili - contenga in nuce il germe dell'intolleranza e del pregiudizio.

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