venerdì 6 marzo 2009

Temporali e manici d'ombrello


Tempo d'inverno: bufere e temporali si abbattono su di noi e siamo costretti a subire giorni e giorni di clima incerto e capriccioso, venti tempestosi, raffiche mai viste, freddo. Di tutto e di più. La mutazione climatica, l'effetto serra, la deriva dei conteninenti, le polveri sottili, tutto concorre a questi inverni che si fanno sempre più rigidi e bagnati.
In passato, ritenevo che noi siciliani fossimo dei fortunati a godere di un clima mite, scarse precipitazioni, sole e cielo sereno il più delle volte (e, badate, non parlo da meteorologo, ma delle mie semplici percezioni abbinate ai ricordi della mia infanzia e giovinezza).
Poi, potrebbero venire i "tecnici" a parlare di medie stagionali e di tutta una serie di questioni tecniche, ribaltando tutte le carte in tavola e andando contro le nostre semplici percezioni. Io tenderei sempre a diffidare degli "esperti".
Comunque.

Il cattivotempo persistente, assillante ci spiazza e ci mette di cattivo umore.
Non sappiamo come vestirci.
Per un minuto fa caldo e, dopo poco, viene giù il freddo.
Mettiamo il naso fuori prima di uscire per vedere se piove.
Tutto OK.

Ed ecco che di lì a poco si scatena un temporale.
Pioggia a catinelle come non se n'era mai vista, vento ululante, raffiche che ti spingono le gocce d'acqua negli occhi e ti fanno bruciare la pelle del viso tanto sono gelide. Non siamo come gli Inglesi che escono di casa armati di ombrello, anche se brilla il sole, perchè loro sanno bene che "non si sa mai"...
Chi - previdente - ha il buon senso di portarselo appresso, invece, è come se non l'avesse, spesso.

Gli ombrelli di oggi sono fragili, malfatti, con stecche di morbido alluminio, anzichè d'acciaio come s'usava un tempo, e le raffiche di vento potenti.
Ed ecco che, per strada, si possono vedere autentiche scenette comiche con persone che camminano - sempre dignitossime - riparandosi sotto parapioggia tutti sbilenchi, le stecche rotte e la tela strappata, oppure, ancora di più, altri che lottano strenuamente contro le raffiche di vento, il corpo piegato in strane posture ingobbite, cercando di proteggere il proprio paracqua messo a repentaglio e prossimo a rovesciarsi come un calzino.
La lotta è impari.
Il più delle volte gli ombrelli finiscono con l'essere sfondati, rovesciati, spezzati, insomma resi del tutto inservibili.
E' a questo punto che i malcapitati cittadini, presi da un moto di improvvisa stizza, con ben poco senso civico caraventano per terra il rudere del proprio fu-ombrello e se ne vanno via impettiti, come a dire "Si piegherà pure quel farabutto del mio ombrello, ma io no di certo!". E' per questo che, dopo un temporale, è frequente vedere così tanti ombrelli distrutti per strada, abbandonati lì, a volte pericolosamente per un passante distratto.
Chi sa perchè, nessuno pensa mai di barazzarsi dell'ombrello, approfittando del più vicino cassonetto...
Si direbbe che sino a poco prima abbiano piovuto ombrelli, anzichè - semplicemente - acqua e grandine.

Nessun commento:

Posta un commento

 
Creative Commons License
Pensieri sparsi by Maurizio Crispi is licensed under a Creative Commons Attribuzione-Non commerciale-Non opere derivate 2.5 Italia License.
Based on a work at mauriziocrispi.blogspot.com.