martedì 17 marzo 2009

Su di un libro che è venuto a me


I libri ci raggiungono attraverso molte vie, come ho già scritto.
Libri di cui non sappiamo nulla e che ci colpiscono, ci sorprendono, ci appassionano come pochi altri.
Di Walter Tevis sapevo soltanto che era l'autore di "L'uomo che cadde sulla terra" che avevo letto, quando - appena laureato - trascorrevo alcuni mesi a Milano, durante il primo anno di specializzazione: un romanzo che, tanto impregnato di solitudine e di dolore, mi teneva compagnia durante intere notti di guardia in una vecchia casa di cura di Monza, deserta e in via di smantellamento: una villa enorme, con un altrettanto gigantesco parco delimitato da cipressi fronzuti, con una popolazione di tre ricoverati soltanto, in via di estinzione, oltre agli anziani proprietari.
Durante quelle notti mi mettevo a letto, afflitto dal suono profondo del silenzio, con il cuore in gola e, con una fioca luce da comodino, leggevo le pagine di Walter Tevis: in edizione Urania del buon tempo andato, con il testo di ogni pagina diviso in due colonne.
Mai lettura fu più adatta e consona alla situazione: in quel posto, mi sentivo un alieno, lontano dal resto del mondo, prigioniero per alcuni versi, proteso in attesa di eventi, ma poi sempre deluso.
Il romanzo venne successivamente trasposto in un film che, con la magistrale interpretazione di David Bowie, seppe cogliere i temi laceranti della diversità e della solitudine che vi serpeggiavano, senza poter trovar un lieto finale.
Di recente Romina, senza che mai avessimo parlato di Walter Tevis, mi ha messo davanti un romanzo che, a suo tempo, le era piaciuto profondamente: "La regina degli scacchi", un libro in brossura formato tascabile, "vissuto" e dalle pagine lungamente sfogliate, per certo lette e rilette, come Ro usa fare.
Grande è stata la mia sorpresa nel constatare che l'autore era quello stesso Walter Tevis, autore de "L'uomo che cadde sulla terra".
Ho preso subito a leggerlo ed èdivenuto immediatamente la mia lettura preferita.

A otto anni, Beth Harmon sembra destinata a un'esistenza squallida come l'orfanotrofio in cui è rinchiusa: sola, timida, bruttina, dipendente dai farmaci, terrorizzata da un mondo che non capisce e che non fa nulla per capirla. Finché un giorno si trova davanti una scacchiera. Gli scacchi diventano per lei non soltanto un sollievo, ma anche una speranza: schemi di gioco come la Difesa Siciliana e il Gambetto di Donna ("The Queen's Gambit" è proprio il titolo originale di questo romanzo) sono le armi con cui comincia a farsi prodigiosamente strada nei tornei e nella vita. Ma se da una parte la sua precoce ascesa all'olimpo scacchistico la porta ad affrontare, a soli diciassette anni, il campione mondiale, la maestria di giocatrice non basta a liberarla dalla paura, dalla solitudine e dalle tendenze autodistruttive. Un ritratto femminile, una storia che vibra di suspense, un atto d'amore verso il gioco più nobile e spietato: "La regina degli scacchi" è l'ultimo romanzo di uno scrittore che è riuscito a narrare come pochi altri l'alienazione, la speranza e il riscatto.
Un romanzo in cui la diversità è nella storia di Beth, prima orfana, poi inserita nel mondo degli scacchi - a quei tempi quasi esclusivamente di pertinenza maschile - e poi alcoolista.
Ma qui, a differenza, che ne "L'uomo che cadde sulla terra" vi è spazio per un possibile riscatto e per uno spiraglio di speranza, forse perchè Walter Tevis scrisse questo suo ultimo romanzo a disintossicazione avvenuta, dopo il buio degli anni di devastante dipendenza dall'alcool.
Grazie, Ro, per avermi fatto conoscere
questo libro (nel senso di poterlo possedere e di farlo entrare nel bagaglio che mi porto appresso) !!!

3 commenti:

  1. non conoscevo ne' mi avevi parlato che avevi un blog tutto tuo è molto bello grande Maurizio ora ti apprezzero' e conoscero' molto meglio.. di sicuro..
    ti linko al mio subito eprche' non voglio perdermi neanche un pezzo dei tuoi preziosi scritti se ti va puoi linkare il mio umile sito al tuo? www.runnerspercaso.it

    un saluto caro
    denise

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  2. Il re è morto.
    Evviva il re!

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  3. La regina è morta!
    Viva la regina!

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