sabato 21 marzo 2009

"The international" evidenzia il potere delle grandi banche nel "governo" del mondo


"The international" è un bel film d'azione con dei forti risvolti di "fantapolitica" (anche se poi il fanta- è proprio poco e tutto sembra muoversi in un mondo corrotto a noi molto vicino) che punta un potente faro sull'interesse di grandi Banche ad intervenire nel fitto intreccio di politica, terrorismo internazionale e guerre, per potere, alla fine, divenire padrone assolute del "debito" di quei paesi e, attraverso questo, governare dietro le quinte intere nazioni.
Un caparbio detective dell'Interpol, Louis Salinger (Clive Owen) supportato da un Vice Procuratore Distrettuale di NY, Eleanor Whitman (Naomi Watts) vuole andare a fondo nelle sue indagini sugli affari loschi della Banca IBBC, ma le tracce importanti si perdono nel nulla, personaggi chiave che vogliono fare rivelazioni decisive vengono uccisi, le pratiche insabbiate.

L'azione procede turbinosa, ma sobria, dipanandosi tra Germania, Lussemburgo, Stati Uniti, Italia, Turchia: il regista non cede - nella sua trama narrativa, comunque fitta di svolte e di colpi di scena, - all'omologante tendenza hollywoodiana degli inseguimenti roboanti e rocamboleschi, ad eccezione di una sola volta (la prolungata ed irreale sparatoria all'interno del Guggenheim Museum).
Le conclusioni sono amare: ben poco si può fare per scalfire il colosso del malaffare internazionale nel doppiopetto dei banchieri di alto livello: e anche quando caparbietà e dedizione sono sul punto di ricevere il premio, tutto si dissolve in un nulla di fatto.
I cambiamenti e i punti di svolta sono, di fatto, determinati soltanto dagli aggiustamenti "omeostatici" del sistema corrotto che espelle i suoi punti deboli, ripara le falle e genera nuove difese. Tutto cambia, perchè nulla cambi e il sistema della corruzione, del profitto illecito e dell'accumulazione del potere continua a crescere a dismisura. Si esce dalla sala cinematografica, chiedendosi se per caso nonsi sia arrivati ad un punto di non ritorno: cioè ad un sistema di corruzione legalizzato che si è fatto planetario.
La sceneggiatura del film era stata messa in lavorazione da anni e partiva da un fatto reale: negli anni Settanta la Bank of Credit and Commercial International con base a Karachi risultò essere una centrale di sostegno e finanziamento di una vastissima rete di traffici illegali ivi compreso il sostegno ad attività terroristiche. Da allora sono passati più di trent'anni. Quindi i riferimenti al presente sono puramente fortuiti e casuali e, cionostante, la fiction cinematografica fornisce - come spesso accade - un formidabile spunto per riflettere.

Il trailer

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