venerdì 2 gennaio 2009

"Fallo il primo dell'anno e lo farai tutto l'anno"


Ieri era il primo dell'anno.
Nel primo giorno dell'anno, si dice, si fanno delle cose che poi si vorrebbe poter fare per tutto l'anno.
"Se lo fai il primo dell'anno, lo farai per tutto l'anno"
Sarà vero? Sarà falso?
Non so.
Per la prima volta dopo molto tempo (mesi e mesi di inattività podistica, a causa d'una fastidiosa fascite plantare) ho corso su un tapis roulant.
Ho fatto un'abbondante mezzora (prima camminando e poi correndo) e poi un bel defaticamento con ginnastica e pesetti.
Alla fine, la mia canottiera si poteva strizzare tanto era intrisa di sudore.
La prova è stata positiva: sul tapis roulant l'appoggio è morbido e ammortizzato. Quando ho terminato,il piede non era molto più dolente di quando avevo iniziato (di base, c'è sempre quel fastidioso dolorino; non parliamo, poi, di quando scendo dal letto al mattino e poggio per la prima volta il piede a terra!).
C'è da sperare bene e i propositi sono buoni: continuare, ogni giorno con regolarità sul tapis roulant, e rimettermi su.
Anche se pensare di correre una maratona o un'ultra è, al momento, una faccenda davvero fantascientifica.
Mi sono attestato su ritmi di vita più comodi e rilassanti, senza troppe fatiche o sacrifici troppo grandi.
Ho trovato molteplici gratificazioni in altri campi d'attività.
Mi sono "riciclato", per così dire: e non ne sono per nulla dispiaciuto.
Non mi "sono messo a lutto", come farebbero o hanno fatto molti di mia conoscenza in analoghe circostanze, anche se la propria "morte" podistica è una cosa ben difficile da sopportare, erchè nel giro di poco tempo tutto quello che si è costruito, in termini di allenamento, si dissolve, dando lidea perfetta della precarietà e dell'evanescenza.
In verità, sono felice e pimpante.
Il nuovo anno è cominciato bene, perchè - oltre alle meravigliose cose che ho costruito in questi mesi - ho anche potuto ri-sperimentarmi in una corsa soddisfacente, per quanto casalinga e domestica, sul tapis roulant.
Vedremo cosa porterà il nuovo anno: ho la certezza, tuttavia, che anche se non posso correre una maratona appresso all'altra (e, in efetti, non ho più voglia di farlo), ho tutte le cose che mi possono rendere felice.
Forse, l'era delle maratone "spasmodiche" (l'era delle "abbuffate" podistiche) è passata e ritornerò, se potrò farlo, ad un modo più quieto di correre, avendo sempre la piena consapevolezza che la prima regola cui uniformarsi sarà per me quella di saper gioire delle piccole e grandi cose della vita.

"Dio, dammi ila serenità di accettare le cose che non posso cambiare, il coraggio di cambiare quelle che posso cambiare e, sempre, la saggezza per poter vedere la differenza"

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