
L'intreccio di Mano Nera è semplice: l'omonima organizzazione criminale decide di trafugare la Haggadah, un antico libro custodito in un Museo di Sarajevo e reputato dai popoli balcanici simbolo della tolleranza religiosa e della fratellanza tra etnie di fedi religiose diverse. Lo scopo di tale "rapimento" è quello di far sì che un gruppo religioso si schieri contro l'altro, ritenendolo responsabile del furto, e che si attivino nuovamente le faide e i conflitti etnici con giovamento dei traffici illeciti della stessa organizzazione.
Forze apparentemente avverse lottano per impedire un simile epilogo e per ricondurre il rispettato e venerato Codice nella sua sede naturale a far da garante, con il suo esserci, della pace tra le diverse genti.
La lettura del romanzo, con la sua narrazione serrata e avvincente con personaggi credibili e tratteggiati impressionisticamente — quasi a unghiate — ma “tridimensionali” e perfettamente calati nel contesto, è godibilissima, anche per un lettore colto, visto lo spessore dei riferimenti storici e culturali (basta cercare in internet la voce "Haggadah", per rendersene conto).
La Haggadah di Sarajevo, il libro rubato dalla Mano Nera e custodito nel Museo nazionale della Bosnia-Erzegovina, è importante perchè è il simbolo della tolleranza e, proprio per questo, ha valore per tutti e non deve essere posseduto da nessuno.
E' un libro ebraico di cerimonie, che contiene una collezione di storie bibliche, di preghiere e di salmi che riguardano la Pesach, la festa che celebra la liberazione degli ebrei dall'Egitto. Al mondo esistono tantissime haggadah, più o meno preziose e conosciute. L'Haggadah di Sarajevo è considerata di valore inestimabile, sia per la sua antichità (oltre 600 anni), sia per la bellezza delle sue immagini, per i colori arricchiti con oro e rame, per il fantastico mondo degli animali che vi sono rapprresentati, per gli ornamenti floreali e geometrici, ma anche perchè possiede la particolarità di mostrare immagini di persone, nonostante la religione ebraica lo vieti. Il manoscritto si distingue anche per alcuni concetti insoliti, come ad esempio, quello di immaginare la terra come rotonda. Ciò accadeva duecento anni prima che Giordano Bruno venisse mandato al rogo perché sosteneva una simile, eretica teoria.
Nel corso dei bombardamenti, durante l'assedio di Sarajevo, furono fatti diversi tentativi di devastare il Museo che la custodisce, per distruggerla proprio perchè la continuità della sua esistenza, pe il suo valore simbolico, rappresentava un ostacolo per i fomentatori di discordie.
La storia si dipana con un ritmo incalzante, che non consente al lettore di tirare il respiro, quasi da montaggio cinematografico.
Romanzi come questo di Custerlina aiutano a capire la storia e realtà che, pur geograficamente vicine a noi, rimangono lontane anni luce.
Sono ancora oggi veramente pochi quelli che hanno capito cosa sia veramente accaduto nei Balcani e cosa lì stia continuando ad accadere, nel riaccendersi e nell’evolversi attuale di antiche ostilità tra Serbi, Croati, Bosniaci e tra Cristiani cattolici, Cristiani ortodossi e Musulmani, ostilità che - a tratti sedate, come nel momento attuale - rmangono sotterranee e pronte a riaccendersi.
Mano nera, pur semplificando la complessità esistente in quei contesti ai fini narrativi, getta una luce di comprensione su conflitti e contrasti ancora vivi.
La narrativa di questo tipo è straordinaria perchè, se ben costruita e documentata, consente di immergersi nella storia e venire fuori da questo bagno con conoscenze e idee in più e soprattutto con una forte curiosità a saperne di più. E lo fa meglio di qualsiasi saggio.
Alberto Custerlina (Trieste, 6 ottobre 1965) è un insegnante e scrittore italiano. In passato legato al settore dell'informatica, ora affianca la scrittura di romanzi noir alle attività di insegnante e consulente informatico.
È stato finalista 2009 al Premio Camaiore di Letteratura Gialla con il suo romanzo d'esordio Balkan Bang! I suoi romanzi rappresentano un caso particolare nel panorama italiano (lo stesso Custerlina li definisce "Turbo Noir") e sono apprezzati anche per la dettagliata descrizione dei panorami balcanici, di cui l'autore è profondo conoscitore.
Ha un suo sito web personale: http://custerlina.com/
Nessun commento:
Posta un commento