lunedì 6 aprile 2009

Dormire quando capita: un modo diverso di vivere il sonno


Sono sempre rimasto colpito dal modo sereno e pacato con cui in certi del paesi del mondo la gente si mette a dormire, non appena può farlo.
Non è stanchezza, non è mancanza di sonno, ma è fondamentalmente una diversa modalità di rapporto con il sonno che non prevede necessariamente l'essere in un luogo specifico adibito al sonno e al riposo (la camera da letto) o all'interno di una fascia oriaria determinata.
In un recente saggio sull'insonnia (Eluned Summers-Bremner, Insonnia. Una storia culturale, Donzelli, 2008), l'autrice - che è una studiosa di letteratura e storia delle donne - esamina il sonno in Occidente e nei cosiddetti paesi "civilizzati" per giungere alla conclusione, suffragata da dati etologici, antropologici, sociologici che non c'è nessuna ragione valida per cui il sonno debba essere circoscritto esclusivamente alle ore notturne né che debba essere continuativo per quel tot di ore, senza le quali molti oggi si sentono "persi".
Una definizione di sonno fortemente "normata", peraltro, giova solo agli introiti delle case farmaceutiche che producono rimedi chimici contro l'insonnia.

Sembrerebbe piuttosto che possa essere più aderente alle caratteristiche ancestrali dell'uomo il sonno breve e spezzato e soprattutto quel dormire che si attiva "ogni volta che si può".
Un sonno frequente, mai prolungato, che a noi "civilizzati" appare in controtendenza rispetto all'iperattività dell'Occidente.
In India come in Nepal, come in molti paesi africani, è frequente vedere gente che dorme nei posti più impensabili e negli orari più strani.
Se non c'è niente da fare si dorme e ci si rigenera, ma anche si sperperano di meno le proprie energie e le proprie risorse, in condizioni di vita in cui non c'è particolare abbondanza di cibo....
Dormire è dunque un modo per rallentare il proprio metabolismo energetico e per mettersi per così dire in "stand-by".
Nel corso dei miei viaggi ho raccolto molteplici immagini di dormienti "esotici", ripromettendomi di usarle un giorno per un libro fotografico proprio su questo tema.
Dormire alla presenza di altri o in un luogo pubblico, peraltro, è espressione di grande fiducia nei confronti del mondo, perchè ad esso ci si espone indifesi, vulnerabili ed inerti.

Prima occorreva viaggiare sino a luoghi esotici per vedere dei "dormienti" al di fuori delle ore canoniche che l'Occidente riserva al sonno.
Oggi, invece, anche dalle nostre parti è più facile osservare questo fenomeno.
L'altro giorno, in una bella giornata di sole, mi sono sdraiato su di una panchina del parco vicino a casa e, lì, mi sono beatamente addormentato.
Mi è sembrata un'esperienza davvero straordinaria.
Da provare.


Nella foto: un dormiente a Villa Sperlinga (Palermo, Marzo 2009)

1 commento:

  1. Nel corso di alcune esperienze, a te ben note in quanto condivise, mi sono trovato a fare uso del sonno breve, non strutturato, rubato all'evento e come tale prezioso, assoluto, non culturalizzato e deistituzionalizzato, frutto di una totale spontaneità. Concluso l'evento non ho più recuperato del tutto precedenti modalità di riposo istituzionale.
    Un gesto libero, ancestrale, seppur semplice, non è mai banale e possiede una celata valenza eversiva

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