sabato 8 marzo 2008

Ferlinghetti e la porta invisibile



For Lorenzo
should he someday

come upon himself

in that labirinth
of solitude
Ieri, rovistando tra i libri di uno scaffale di casa, mi sono imbattuto in un libricino della Newton Compton, comprato anni fa in un remainder. Lo scaffale in cui mi ero ritrovato a cercare un altro libro che in quel momento avevo in mente è quello dove tengo i libri di poesia e, in particolare, quelli dei poeti della "Beat generation". Il libro che mi è letteralmente piovuto tra le mani era il diario di un viaggio in Messico di Lawrence Ferlinghetti, poeta ed editore alternativo di San Francisco ai tempi della psichedelia (Lawrence Ferlinghetti, Notte messicana. Diario di viaggio, Newton Compton Editori,1980).

Già avevo avuto modo di leggere al tempo dei miei vent'anni una raccolta delle sue migliori poesie che allora avevo amato davvero molto: fu uno dei libri ereditato da mio padre. Invece questo, appena comprato (avendolo trovato correndo un catalogo remainder per corrispondenza), l'avevo subito riposto per dimenticarmene. Invece, ieri, l'ho aperto e l'ho sfogliato, leggendo qua e là. Mi è piaciuto. Mi ha rapito. Ne ho letto alcuni passaggi ad alta voce per assaporarne le singole parole come fossero chicchi d'uva dolcissima da degustare, facendoli rotolare sulla lingua e schiacciandoli a poco a poco per spremerne tutto il succo. Il testo a fronte in Inglese mi consentiva anche il piacere di passare a quello in lingua originale per poter sentire il sound di parole e frasi così come Ferlinghetti le aveva concepite. Non bisogna dimenticare che egli - come la maggior parte degli altri poeti nordamericani di quel periodo - scriveva avendo in testa l'idea che la sua poesia andasse letta ad alta voce di fronte ad un pubblico di ascoltatori, nei famosi "poetry reading", mai molto praticati in Italia ed in Europa.
C'è indubbiamente un destino ineluttabile che ti porta ad incontrare un certo libro che magari ha giaciuto dimenticato per anni nella tua biblioteca, negletto. E quando ciò accade, non ci si può sottrarre. Posarlo di nuovo e dimenticarsene di nuovo sarebbe come sfidare la sorte.
Questa è la composizione che conclude il diario di viaggio di Ferlinghetti, composta il 24 marzo '69.

La puerta escondida

no es escondida


La puerta invisible


no es invisible


La porta sull'invisibile

è invisibile
La porta nascosta
non è nascosta

Io continuo ad attraversarla

senza vederla

E sono quello che sono

E sarò quello che sarò
Sobre las playas perdidas
del Sur...


Nessun commento:

Posta un commento

 
Creative Commons License
Pensieri sparsi by Maurizio Crispi is licensed under a Creative Commons Attribuzione-Non commerciale-Non opere derivate 2.5 Italia License.
Based on a work at mauriziocrispi.blogspot.com.