martedì 26 febbraio 2008

Visioni della notte



La notte è profonda,

è il momento in cui il buio sembra più buio,

il silenzio più sconfinato,

un pozzo di solitudine e di malinconia.

E’ anche il momento in cui

l’equilibrio del buio si rompe

e la ruota del tempo inizia il suo rivolgimento

verso un nuovo giorno

Di quando in quando

un'auto passa

rombando

e al semaforo lampeggiante con il giallo

accompagnato da un lieve ticchettio

si ferma ronfando,

proprio come un gattone,

che punta la sua preda

in attesa dello scatto furibondo

A dare l’annuncio dell’alba

sono anche gli uccelli

che iniziano a cinguettare

quando ad est il cielo, si fa appena bianchiccio,

ma ci sono anche i merli

che prendono a saltellare nervosi

dagli alberi al prato

alla ricerca del primo cibo succulento,

per poi rivolare in alto

verso i nidi nascosto tra le fronde,

mentre in alto si sente gracchiare lugubre un corvo

come nelle migliori storie gotiche

La grande piazza è ancora ingombra

dei detriti della notte

incarti di rosticceria untuosi

vassoi di cartone

bicchieri di plastica

tovaglioli usa e getta

qualche preservativo usato

lattine di birra vuote

chiazze di vomito luccicanti

bocconi smangiucchiati

abbandonati

per la felicità dei piccioni

che ora s'affaccendano a becchettare

litigando come comari per la più salda presa

sulla propria preda,

con quelle loro movenze un po' stupide

Un'auto sul marciapiedi buio,

dai vetri appannati di condensa

oscilla in su e in giù

ritmicamente

Dietro la superficie opaca d’umido,

tenuamente illuminate dai lampioni

s'intravedono ombre in movimento

Una copula in corso,

dopo l'ebbrezza alcoolica della notte,

ogni tanto una gamba impazzita

urta il clacson

e il silenzio profondo della notte

è rotto da un suono lacerante

cacofonico


Cani randagi

presidiano il loro territorio

con fare da bravi,

piccoli bulli di periferia

pronti a terrorizzare i propri consimili,

ma poi timorosi dell'ombra loro

s’avvicinano dondolanti ed incerti

per annusare un potenziale avversario

ed intimorirlo

La Ninetta vestita di stracci

viene fuori dal suo riparo notturno di cartoni

e, con un improbabile berretto floscio sulle ventitrè,

cammina al centro della strada deserta

con quella sua strana andatura oscillante,

ingobbita

borbottando la sua nenia

Molti, nel vederla, fanno

“Buongiorno Ninetta!”

Lei non risponde mai,

spesso è solo un torrente di laide parole

ad uscirle dalla bocca

e ha già in mano una bottiglia

raccattata chissà dove,

con un fondo di birra ormai sventata.

Non fa mai male a nessuno la Ninetta,

vive da sempre immersa

nella triste solitudine di internata manicomiale

nella libertà della strada

Più in là, nei pressi del bar

ormai chiuso, c'è una coppia

Entrambi, palesemente storditi e

in preda all'euforia del mix di droga ed alcol

assorbiti durante le lunghe ore della notte brava,

si baciano con furia animalesca,

incuranti d'essere visti,

e poi, nell'impeto d’una passione cieca,

prendono ad accoppiarsi,

appoggiati al muro così come sono,

i volti storditi ed eccitati assieme

Bicchieri abbandonati

sull'asfalto

nelle aiuole

nei vasi da fiori

Nella notte la plastica

possiede un lucore ingannevole

che attira,

ma non chi è esperto della differenza

vedi quel lucore e ti precipiti,

borbottando eccitato

"C'è qualcosa là"

come il richiamo

"There, she blows!"

dei balenieri d’un tempo

e quando t’avvicini,

Che delusione!,

è soltanto volgare plasticaccia

"Non è tutto oro ciò che luce..."

I bicchieri di vetro, invece, sono più discreti

se ne stanno acquattati nell'ombra

privi di particolare brillantezza,

se ne stanno buoni buoni

in attesa che sopraggiunga

il temibile cacciatore di bicchieri


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